CASA HOWARD (1992)
22 Giugno 2022
Francesco De Maria
Il cinema di James Ivory (1928) è un cinema che non esiterei a definire in senso lato "calligrafico". Un cinema, molto spesso di derivazione letteraria, di ambientazione europea (nonostante il regista sia americano), dalla grande accuratezza formale, e dall'ancora più grande puntiglio scenografico.
Questa descrizione si attaglia benissimo a molto cinema di Ivory, di cui uno degli esempi perfetti è proprio questo "Casa Howard", uscito il 27 Febbraio 1992.
Anche questo film è tratto da un romanzo dello scrittore inglese E.M. Forster, il quale trattava della decadenza della tarda epoca Vittoriana, e delle tensioni nascoste dell'epoca immediatamente successiva a quella Vittoriana, vale a dire l'epoca Edoardiana.
Attraverso il contenzioso per il possesso di una casa (la casa Howard, appunto) il film ci fornisce un critico spaccato storico-sociale dell'alta società inglese, e cosa ancora più importante una rappresentazione del conflitto fra le classi.
Un conflitto fra le classi non marxianamente inteso, cioè non si tratta di una lotta di classe fra borghesia e proletariato, quanto piuttosto di un conflitto interno alla borghesia, fra una borghesia più consolidata ed antica ed una nuova borghesia emergente.
L'epoca è quelle Edoardiana, appunto, quindi la vicenda si svolge in un periodo compreso fra il 1901 (morte della regina Vittoria) ed il 1910.
Un conflitto sociale quello fra la famiglia Schlegel (emblematizzata dal personaggio interpretato da Emma Thompson) e la famiglia Wilcox (con a capo il patriarca interpretato da Anthony Hopkins).
Un conflitto, a ben vedere, dai notevoli risvolti psicologici e quasi antropologici, attraverso queste RIFRAZIONI DI CLASSE PASSA ANCHE UNA VISIONE DEL MONDO, UN'ATTITUDINE, PIU' CULTURALE NEGLI SCHLEGEL, E PIU' CONNOTATI IN SENSO FEMMINILE, PIU' MASCHILE, PATRIARCALE E MATARIALISTA NEI WILCOX.
Il film vive anche di sottigliezze psicologiche, e ben raffigura una società in trasformazione. E questo, a ben vedere è un tratto tipico di molto cinema di James Ivory.
Il puntiglio scenografico costituisce motivo di indubbio fascino del film, così come anche tutto il lavoro sui costumi, in un certo senso James Ivory, fuori dal nostro paese, potrebbe quasi rappresentare un continuatore dell'opera cinematografica di Luchino Visconti.
Talvolta al film è stata rimproverata una certa freddezza, ma in questo caso, a mio avviso, tale freddezza è un punto di forza, perchè in questo modo suscita nello spettatore una distanziazione critica, il film raffredda completamente quegli eventuali spunti melodrammatici, "Casa Howard" è piuttosto un dramma storico-sociale, un'opera critica e realistica (anche se come affermo sempre il concetto di "realismo" nel Cinema come in tutte le altre arti è un concetto assai ambiguo, sfuggente e problematico).
Ecco, forse il successivo "Quel che Resta del Giorno" tende un po' a rovesciare l'assunto di "Casa Howard", a riconsegnarci una sorta di melodramma, in questo film vi è una minore "freddezza".
In "Casa Howard" è presente anche una sorta di amore per la Natura, vista come luogo di pace, ma anche come luogo agognato, in contrapposizione alla vita cittadina (la città ovviamente è Londra).
In questo film, io credo, si raffigura una sorta di RESA PARALLELA DEI MUTAMENTI SOCIALI E DEL DIPANARSI DEI SENTIMENTI, è come se Ivory volesse rappresentare in quel suo modo sontuoso ed elegante un universo sentimentale e sociale, quasi un compendio delle due dimensioni.
In questo senso, forse, a ben vedere si potrebbe parlare anche per questo film di melodramma, ma di un melodramma completamente "sui generis", di una sorta di MELODRAMMA RAFFREDDATO.
Ed ecco, dunque, come ho tentato di spiegare sopra che quella freddezza addebitata al film come difetto o debolezza costituisce invero un punto di forza, un raffreddamento critico di quella forma culturale, ma al contempo riproponendone con forza la sua ragion d'essere: i sentimenti, gli scontri fra i sentimenti.
Ciò che sta a cuore ad Ivory è mostrare di come ATTRAVERSO I SENTIMENTI PASSANO TENSIONI DI TUTT'ALTRO TIPO.
A ben vedere proprio in questo risiede la forza critica di questo film. La stessa eleganza figurativa e scenografica (pur così importante nel suo cinema, suo tratto autoriale tipico) talvolta ha ingannato qualcuno, facendone perdere di vista la critica problematizzante, il grande afflato storico-sociale insito nel film, da apprezzare INSIEME alla sua bellezza figurativa.
Yorumlar