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BODY HEAT (1981)

22 Aprile 2022


Francesco De Maria



"Body Heat" uscito il 28 Agosto 1981 è l'esordio registico del regista Lawrence Kasdan, autore due anni dopo del "generazionale" "Il Grande Freddo".

A mio avviso "Body Heat" risulta essere un esordio registico molto interessante, concorrendo a formare la tendenza Post-Modernista del cinema americano, un orientamento manierista, fortemente meta-cinematografico, "Body Heat" si inscrive perfettamente in tale tendenza.

Tant'è vero che il film si richiama direttamente al noir del 1944 di Billy Wilder, l'indimenticabile e seminale "Double Indemnity". A ben vedere "Body Heat" è tutto costruito sulla resa dell'atmosfera del grande cinema noir degli anni Quaranta, un'atmosfera ben poco orientata alla realtà, quanto piuttosto a quella realtà parallela chiamata Cinema.

Il film vede protagonisti William Hurt (da poco scomparso) e Kathleen Turner, ed in una parte minore anche un giovane Mickey Rourke.

Una relazione clandestina fra lui e lei, la femme fatale, l'omicidio del marito per ottenere un assicurazione... la trama è ben conosciuta e risaputa, appunto, "Body Heat" è una sorta di remake, altamente personale, rielaborato, adattato alla realtà dei primi anni Ottanta dell'indimenticabile noir wilderiano.

Viene riportato da più fonti che Kasdan voleva realizzare un film dall'atmosfera onirica, da ciò si può capire di come ciò che interessava al regista era l'ESSENZA PIU' INTIMA DEL FILM NOIR, IL SUO CARATTERE ONIRICO, TALORA DA INCUBO.

Kasdan ripropone con forza tale assunto del Film Noir. Ma il tutto come ho scritto viene modernizzato, anzi alcune componenti del Film Noir vengono slatentizzate, portate alla luce, fatte emergere; il film si avvale di una fotografia patinata la quale meglio fa risaltare le torride scene erotiche, come a volerle esaltare, a rappresentarle nel loro carattere "maledetto" e torbido.

La stessa atmosfera tropicale della Florida Meridionale (il film è stato girato nei dintorni di Miami) concorre nel creare tale atmosfera "torrida", torbida, decadente.

Ciò che interessa Kasdan è la resa stilistica, unicamente quella: "Body Heat" davvero può essere visto come un esercizio di stile, un tentativo (riuscito) di mettere a punto, di organizzare UN DISCORSO FORMALE E STILISTICO SULLA TRADIZIONE CINEMATOGRAFICA NOIR.

Talora questo carattere così fortemente meta-cinematografico del film, fu visto da parte di certa critica come un punto debole del film, ravvedendo in ciò un carattere "derivativo". Invero come sto tentando di dimostrare non vi è nessun pedissequo rifacimento di certo cinema del passato, ma siamo piuttosto alle prese con una rielaborazione di quelle forme, di quello stile.

Tant' è vero che da parte di certa critica più sensibile ed attenta si parlò di "Body Heat" come del "primo consapevole Neo-Noir".

Forse questa è un'esagerazione, dal momento che film considerabili Neo-Noir furono già realizzati alla metà degli anni Settanta, ma comunque tale affermazione rende l'idea.

Gli stessi dialoghi nel film sono in buona parte rimodellati sulla falsariga dei dialoghi del Film Noir degli anni Quaranta, elemento questo che meglio ci fa comprendere il carattere manierista del film.

I dialoghi si fanno strumento di citazione e cosa più importante, di re-interpretazione di certo cinema del passato.

La stessa costruzione stilistica del film è fortemente debitrice di tutta la tradizione noir, se solo pensiamo a quelle insolite angolazioni di ripresa, e comunque da uno stile marcato il quale concorre, da parte sua, a rompere gli schemi rappresentazionali classici hollywoodiani.

Da questo punto di vista "Body Heat" risulta essere una sorta di prosieguo del cinema della New Hollywood (ormai esaurito, nei primi anni Ottanta).

Importante anche la fotografia contrastata, con quelle ombre che si allungano sui personaggi. Kasdan raffigura un 'umanità avida, rapace, intimamente corrotta, alla deriva.

L'avidità: di sesso, di denaro, di potere, di controllo, sembra davvero guidare l'esistenza dei personaggi. Ed è innegabile anche una latente critica morale e sociale al materialismo della società americana di quegli anni, così come al glamour incipiente di quei primi anni Ottanta, riguardo al quale la fotografia patinata del film agisce come strumento di evidenziazione.

Tutti questi elementi su cui ho cercato di fare luce concorrono a fare di "Body Heat" un film composito, stratificato, un oggetto filmico anche sfuggente, enigmatico, che continua, dopo più di quarant'anni dalla sua uscita a "lasciarsi dire".



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