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ANNIE HALL (1977)

  • Francesco De Maria
  • 6 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

11 Aprie 2025


Francesco De Maria



Ritorno al cinema di Woody Allen, in questo mio Blog ho prevalentemente trattato alcuni film appartenenti alla sua prima fase, prevalentemente quella degli anni Settanta, ma non solo, comunque, e questo articolo non fa eccezione perchè farò alcune considerazioni su "Annie Hall", in Italia distribuito sotto il nome di "Io e Annie", presentato in anteprima il 27 Marzo 1977, vale a dire su quello che considero uno dei film più significativi di Woody Allen.

Perchè "Annie Hall" si riveste di un significato notevole anche per essere un'autentica opera-spartiacque all'interno della vastissima produzione filmografica Alleniana, infatti io credo che questo film del 1977 rappresenti una svolta cinematografica ed estetica molto più che il precedente "Love and Death" (da noi, "Amore e Guerra") il quale seppure sul piano contenutistico sia un punto di svolta (ad esempio abbondano molte citazioni colte,anche se virate su un piano umoristico), sono presenti rimandi continui alla letteratura Russa, etc, rimane un film che prosegue il medesimo discorso comico (già in maniera minore) ed umoristico (già in maniera maggiore) dei film precedenti.

Con "Annie Hall" invece ci troviamo davvero di fronte ad un film-cesura, un film nel quale Allen stempera e di molto la componente comica per privilegiare quella più propriamente umoristica, film nel quale la ricerca degli equilibri di luce e fotografici inizia a svolgere una funzione importante.

In questo film, infatti, inizia la collaborazione assai proficua con il grande direttore della Fotografia, che si chiuderà nel 1985, con "La Rosa Purpurea del Cairo", dopo otto lunghi anni.

Al contempo questo film del 1977 rappresenta una prosecuzione, un approfondimento ed una messa a punto, di tematiche già presenti nella primissima fase del regista come quella del rapporto uomo/donna, più in generale dei difficili rapporti umani e del significato dell'esistenza.

"Annie Hall" è anche il vero primo film alleniano su New York, la sua città: così amata, mitizzata e romanticamente trasfigurata (anche se questo avverrà soprattutto in "Manhattan", del 1979) ma anche polarizzata: infatti in "Annie Hall" la Grande Mela viene contrapposta, proprio nello stile di vita, nell'esistere, nella concezione dell'esistenza sottesa a Los Angeles, vista invece come città-spettacolo, sede dell'inautentico.

Inoltre in questo film la riflessione sull'identità Ebraica si fa sempre più pervasiva, anche se Allen riesce a trattare questo argomento con la sua solita arguta levità, ed anche i rimandi alla Psicoanalisi si fanno insistenti, anche se c'è da dire che in "Annie Hall" rimangono ancora solo rimandi (anche se pregnanti e significativi) a differenza ad esempio di film come "Interiors" o "Stardust Memories" (dei quali ho trattato su questo mio Blog) che sono autentici film psicoanalitici.

Anche in questo film Diane Keaton risulta essere un'autentica musa per Woody Allen. Sono presenti, poi, in quest'opera anche marcature formali e stilistiche come ad esempio l'uso dello Split Screen (l'immagine viene scomposta e suddivisa in qauttro riquadri, in ognuno dei quali sono rappresentate azioni e luoghi e scene differenti, in contemporanea o meno) in funzione, anche qui, oppositiva: Allen opera una distinzione drammatica, appunto, fra la famiglia Ebrea del proprio personaggio, rumorosa e schiamazante, e la famiglia WASP di Annie (interpretata da Diane Keaton, appunto), fredda e compassata.

Questo film ha tocchi quasi sperimentali, appunto, non solo per l'utilizzo dello Split Screen, ma anche ad esempio per gli inserti di disegno animato, oppure per i momenti nei quali i personaggi parlano direttamente alla Cinepresa (e di conseguenza agli spettatori).

Questo indica una forte volontà di esplorazione da parte di Woody Allen ed una inclinazione meta-cinematografica e fortemente riflessiva, in linea con tutta una tendenza non solo della New Hollywood ma anche del Cinema Modernista più in generale.

Prima di chiudere l'articolo vorrei tornare un attimo a New York: la quale, appunto, come ho scritto sopra viene già romanticamente trasfigurata, ma non solo: attraverso questa trasfigurazione la città si fa autentico luogo dell'Anima, dimensione memoriale, spazio psichico ed emotivo.

In questo senso Allen è un autore felliniano: e non solo e non tanto per i rimandi continui che egli compie nei riguardi del regista Italiano.

Quindi, per tutti gli elementi che ho cercato di porre in evidenza in questo mio articolo posso affermare che "Annie Hall" rappresenta l'autentico punto di svolta nella filmografia Alleniana, e anche per questo motivo assume un'importanza notevole.


 
 
 

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