AMORE TOSSICO (1983)
- Francesco De Maria
- 11 lug
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11 Luglio 2025
Francesco De Maria

All'interno del panorama cinematografico Italiano il nome di Claudio Caligari (1948-2015) risalta proprio per il suo carattere appartato, irregolare, di nicchia, anche se in questo senso il discorso vale soprattutto per il suo primo film, "Amore Tossico", presentato in anteprima al festival di Venezia il 5 Settembre 1983.
Caligari ha sempre avuto problemi nel farsi produrre i film (molti infatti sono rimasti alla fase di puro e semplice progetto), tant'è vero che i suoi lungometraggi sono appena tre, realizzati nell'arco di 32 anni.
Volendo, si potrebbe semplificare così: ci troviamo al cospetto di un regista indipendente, di ricerca, ma non solo: anche di un autore fortemente politicizzato.
C'è da tenere presente che egli nasce come documentarista, intorno alla metà degli anni Settanat, ed entra a far parte o comunque fiancheggia il movimento del Settantasette.
Fin da subito è attratto da realtà marginali, soprattutto della periferia Romana, e questo lo riversa completamente in questo suo film del 1983.
Molte volte, ed in maniera del tutto pertinente il suo Cinema è stato visto come una derivazione di quello Pasoliniano (e infatti, nelle interviste molte volte Caligari manifestava il suo amore per il cinema Pasoliniano), con uno sguardo rivolto anche ad autori "difficili" come Marco Ferreri e Marco Bellocchio
Così come sono rintracciabili nel suo Cinema influenze Godardiane e Scorsesiane (in quest'ultimo caso penso, ovviamente, soprattutto al suo secondo film, del 1998, "L'Odore della Notte").
Ecco, in questo "Amore Tossico", film a basso costo, film marginale sulla marginalità, importanza centrale la assume il dramma della tossicodipendenza.
E un ruolo fondamentale lo riveste proprio la sua derivazione Pasoliniana, perchè in un certo modo ed in una qualche misura anche in "Amore Tossico" assistiamo ad una sorta di trasfigurazione e le stesse scelte formali e stilistiche (ancor prima che contenutistiche) si muovono in una direzione Pasoliniana: l'utilizzo di attori non professionisti, presi dalla strada, e dettaglio importante realmente tossicodipendenti.
Innegabilmente il quoziente "realistico" del film è molto alto, eppure (come accade più o meno sempre alle opere d'arte) vi è un rimando ad un Oltre, ad un qualcosa di non manifesto, il tutto si trasfigura, come ho scritto sopra.
"Amore Tossico" rappresenta in maniera poetica ed incisiva le vite, i litigi, le traversìe di un gruppo di giovani tossicodipendenti che si dividono fra le spiagge di Ostia (una Ostia derelitta e degradata) e Roma città, (soprattutto il quartiere di Centocelle).
Questi giovani sono vittime delle circostanze, vittime della società (e anche questo aspetto riecheggia molta opera pasoliniana) e sono talvolta pronti all'uso della violenza: sono pronti al litigio, allo scontro fisico, per pagarsi la droga commettono furti e rapine, etc.
Siamo alle prese con un film corale, se vogliamo, certo è che progressivamente l'attenzione del regista si restringe sempre di più su quelli che sono, in definitiva, i personaggi principali: Cesare e Michela, la ragazza morirà di overdose, e questo tragico evento verrà vissuto con un grande senso di colpa da parte di Cesare (proprio perchè lui stesso l'aveva introdotta nel giro dell'eroina).
Sconvolto, fugge dal'ospedale, e verrà ucciso da due agenti di polizia. Ecco, lo stesso Cesare è una figura tragicamente pasoliniana, la sua Morte assumerà un carattere di trasfigurazione quasi Cristologica.
Certo, si possono trovare rimandi anche alla grande tradizione del Neo-Realismo, ma io credo che la fonte di ispirazione primaria sia il cinema di Pier Paolo Pasolini, e solo attraverso quest'ultimo il film dialoga anche con il cinema Neo-Realista.
"Amore Tossico" non è un film facile: perchè un film che non fa sconti, e non è per niente concessivo nei confronti dello spettatore, e cosa importantissima non c'è nessuna facile concessione allo "spettacolo": è un film rigoroso realizzato da un regista rigoroso.
L'impiego del Dettaglio in molte scene mostra bene questo aspetto: il regista non fa sconti, mostra tutto quello che c'è da mostrare, senza infingimenti, ma senza nemmeno inutili compiacimenti.
Ed in più accentua il "realismo" della rappresentazione, e attraverso questo accentua la forte carica critica e polemica del film.
Non esito a definire "Amore Tossico" uno degli esordi più folgoranti di tutti gli anni Ottanta, non solo del cinema Italiano.
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