GIUNGLA D'ASFALTO (1950)
"Giungla d'Asfalto" uscito il 1 Giugno 1950 è forse davvero il conseguimento più alto del regista americano John Huston (1906-1987), un film iconico, il quale si situa fra il Film Noir vero e proprio, il Film Gris (sorta di "sottogenere" del Film Noir, sua declinazione più grigia, sociale e talvolta latamente politicizzata) e l'Heist Film (film sul colpo grosso) un sottogenere del Gangster Film.
"Giungla d'Asfalto" viene ricordato anche per essere il film che lanciò la carriera di Marilyn Monroe , ed è anche un film seminale, un film che getta le basi per un Polar come "Rififi" di Jules Dassin (1911-2008) oppure un Noir ardito e sperimentale come "The Killing" (1956) di Stanley Kubrick (1928-1999).
Sostanzialmente, anche in questo caso, dunque, siamo alle prese con un film su una rapina, su alcuni uomini che si mettono insieme per portare avanti il colpo.
Il film si rivela come una RAPPRESENTAZIONE FENOMENOLOGICA DELLA RAPINA, come uno studio dei conflitti inter-personali, perchè qualcosa durante il film andrà storto, anzi finisce con uno sparatoria, dei morti ammazzati, e poi pensiamo all'ultima bellissima sequenza, quella della morte di Dix Handley, (interpretato da Sterling Hayden) che muore, già ferito a morte nella sua fattoria del Kentucky.
Sarebbe esagerato affermare che "Giungla d'Asfalto" sia un film cronachistico, ma certo è che possiede un ritmo secco, scattante, un attenzione ad alcune dinamiche reali, una fotografia più piana e realistica e meno improntata al chiaroscuro rispetto alla fotografia del Film Noir.
Vi è, intrinsecamente a "Giungla d'Asfalto" un attenzione rivolta alle ingiustizie sociali, alle disuguaglianze, ed anche una critica al sistema capitalista e a ciò che sostanzialmente lo sorregge, vale a dire l'avidità.
Dopo una prima parte del film che vede rappresentata la formazione della banda, una seconda parte che vede rappresentata la rapina vera e propria, il film, secondo me, culmina proprio nella terza parte, quella del conflitto e della morte, del dominio del Destino, e dello scatenarsi delle più bassi pulsioni umane.
La rappresentazione che della società americana dei primi anni Cinquanta da il film è cupa, tetra, proprio nell'avidità e nella corruzione che allignano un po' a tutti i livelli. Anzi, proprio alcuni criminali risultano essere i veri personaggi "positivi" del film, pensiamo solo al personaggio di Dix Handley, citato prima, al suo sogno in realtà pulito e puro di ritirarsi, dopo il colpo, al suo sogno di una vita libera e tranquilla.
Anche il confine fra legale ed illegale si fa incerto e sfumato in "Giungla d'Asfalto" ed è un altro punto di forza del film.
Questo film spezza tutta una serie di parametri consolidati, ad esempio non esiste una suddivisione netta fra buoni e cattivi e non è presente nemmeno un vero traditore, anche solo questo elemento è un forte elemento distintivo di "Giungla d'Asfalto"così come l'andamento secco, cronachistico il quale dona al film un duro realismo, molto diverso dal Film Noir più "classico" assimilando in questo modo il film al Film Gris vero e proprio.
Altro elemento innovativo del film è il fatto che non c'è un vero e proprio protagonista, bensì una serie di personaggi, tutti più o meno importanti, un film in qualche modo corale. Lo stile di ripresa e la messa in scena sono in un certo senso oggettive nel loro realismo, ed è stata spesso citata a tal propsito proprio la morte finale di Dix Handley, e la stessa rappresentazione urbana è dura, impietosa, ma anche cupa e tetra, una "giungla d'asfalto", appunto.
Il titolo dice tutto ed è davvero emblematico e rappresentativo del film. La città (vista come articolazione suprema della società capitalistica) è una giungla perchè il capitalismo è un qualcosa di selvaggio ed inumano. Le simpatie progressiste di John Huston sono ben evidenti in questo film.
Tutti questi elementi da me evidenziati nell'articolo fanno di "Giungla d'Asfalto" un film profondamente innovatore il quale svetta all'interno del panorama del Cinema Americano dei primi anni Cinquanta, sia per la sua messa in scena, che per la sua strutturazione, configurazione ed organizzazione che per la forte critica politica e sociale sottesa.
Ed è proprio tutto questo che rende questo film un film bello ed imèportante nella sua durezza, nella sua cupezza e nel suo carattere critico e problematizzante.