top of page

L'UOMO SENZA PASSATO (2002)


"L'Uomo Senza Passato" è un film del regista finlandese Aki Kaurismaki ((1957) uscito il 1 Marzo 2002. Film sulle traversìe di un uomo il quale dopo essere giunto ad Helsinki viene prima picchiato da una banda di teppisti, perde conoscenza, fino a risvegliarsi una seconda volta in un ospedale accorgendosi di aver perso la memoria. Si troverà, in seguito a vivere a fianco di altri diseredati aiutati dall'Esercito della Salvezza.

Il cinema di Kaurismaki è sempre intriso di una sorta di humor surreale, un cinema dove dimensione reale e dimensione onirica si toccano e "L'Uomo Senza Passato" non fa eccezione. Un film che alla sua uscita fu molto apprezzato dalla critica che ne rilevò oltre che il giusto equilibrio umoristico anche la compiutezza formale.

Si tratta di un film altamente emblematico di quello che è il cinema di Kaurismaki, quasi una messa a punto della sua poetica e del suo stile, se solo consideriamo il fatto che in "L'Uomo Senza Passato" è ben presente IL MONDO DI KAURISMAKI, LA SUA REALTA' COMPOSTA DI DISEREDATI E DI PERSONAGGI STRAVAGANTI (TALORA EQUIVOCI).

Kaurismaki, anche in questo film del 2002 trasfigura il dato reale (o realistico) svelandone tutte le caratteristiche più riposte legate al sogno, alla surrealtà, allo humor surreale. Questo, in definitiva il suo approccio nei riguardi del Cinema e del mondo.

Proprio in questo risiede il carattere sottilmente eversivo di tutto il suo cinema, proprio questo suo essere a fianco dell'irregolarità congiunta alla trasfigurazione umoristica del reale.

In questo film la marginalità è una condizione positiva, Kaurismaki è un impietoso dissezionatore della società del suo paese, la Finlandia, spesso dipinta come una società fredda, anonima, impersonale, ed invivibile. "L'Uomo Senza Passato" è un film attento ai dettagli, alle piccole cose, alla "piccola gente" in questo caso disagiata ed emarginata. Tale realismo minuzioso, come ho spiegato sopra si trasforma in qualcos'altro, questo il vero segno distintivo del cinema di Aki Kaurismaki.

Facilitato anche dalla "nordicità" dell'ambientazione, "L'Uomo Senza Passato" è un film improntato al silenzio, a quegli spazi freddi e "vuoti" (sotto il profilo umano ed emotivo), ma con impreviste deviazioni umoristiche e stravaganti.

In questo film l'IRREGOLARITA' DIVENTA LA NUOVA REGOLA.

Il film è appunto attraverso da questa dicotomia, da questa polarità: freddezza da un lato, e stravaganza ed humor dall'altro; solo che la resa finale ed effettiva della realtà rimane una resa fredda, proprio perchè la realtà (sociale molto più che umana ed individuale) rimane fredda asettica, sottilmente "disumana".

Quindi in questo film non solo vi è una rappresentazione della dignità della povertà (come è stato notato) ma addirittura un esaltazione di tale condizione marginale, accusa concreta non tanto alle ingiustizie sociali quanto piuttosto all'INGIUSTIZIA SOCIALE in senso più generale ed astratto.

Sono d'accordo con chi sostiene il legame che "L'Uomo Senza Passato" intrattiene con "Miracolo a Milano" di Vittorio De Sica (collaboratore Zavattini), del 1951, perchè anche in questo caso, anche se in forme diverse siamo alle prese con un realismo surreale, favolistico, miracoloso, venato di humor.

Cerro, nel film italiano del 1951 è molto più presente e manifesta la componente fantastica e surreale, nel film di Kaurismaki potrei parlare non tanto di "surreale" quanto di "sur-reale" con un'enfasi posta proprio sul significato di reale, assistiamo ad un REALISMO MODIFICATO DI SEGNO.

Quello che colpisce a fondo di "L'Uomo Senza Passato" è proprio la sottile poesia che lo pervade, l'umanesimo di fondo, la solidarietà con i più deboli e con gli oppressi, la quale si manifesta tramite forme cinematografiche ben definite: una certa resa del reale, lo humor, appunto.

Non sono i dialoghi che contano nella RAPPRESENTAZIONE UMANISTICA DI QUESTA DIMENSIONE. In questo film, poi, l'abolizione mentale del passato (a seguito di perdita della memoria del protagonista) è un fatto positivo, un ritorno del perosnaggio ad una dimensione purà, quasi infantike, innocente, il personaggio diventa una sorta di "tabula rasa", uno spazio bianco psicologico ed emotivo, un uomo vergine.

Un'ultimo aspetto del film da evidenziare è proprio, nonostante tutto, il suo ottimismo di fondo, la fiducia nelle persone e sopratutto in una certa umanità e tutto questo si manifesta molto bene in quella sorta di lieto fine e nella (ri)scoperta dell'amore da parte del protagonista ed il suo incontro con la Donna.

Film minimalista, dunque, "L'Uomo Senza Passato" film breve, film piccolo in questo senso, ma film grande e importante dal punto di vista cinematografico.

bottom of page