PIN (1988)
"Pin" presentato in anteprima al Festival di Cannes il 16 Maggio 1988 è un film Horror Canadese del regista Sandor Stern (1936). Film da non sottovalutare "Pin" proprio per le sue caratteristiche inquietanti e bizzarre e per la disamina feroce dell'istituzione familiare che fa da perno all'intera opera.
Sostanzialmente con "Pin" siamo alle prese con un film su una famiglia disfunzionale con un padre che impartisce insegnamenti ai due figli piccoli tramite un manichino del suo ambulatorio (egli è un medico e ventriloquo) la figlia capisce che è il padre ventriloquo a dare la voce al pupazzo il fratello instaura un rapporto morboso in primis con il manichino ma anche con la sorella dopo la morte per incidente stradale dei genitori.
Il ragazzo scenderà sempre di più nell'abisso della follia. "Pin", come si può notare va a toccare corde antiche della nostra psiche, oltre all'orrore quotidiano di una famiglia disfunzionale (apparentemente "normale") è anche presente il carattere perturbante (proprio nello stringente significato che conferì a questo termine Freud) dell'intera vicenda a cominciare proprio dal manichino e dal ventriloquio. L'automa può prendere vita.
E quello che trovo davvero disturbante in "Pin" è di come l'intera vicenda viene rappresentata, vale a dire secondo modalità piane, apparentemente neutre e distaccate le quali concorrono a CREARE, A DARE RISALTO ALL'ORRORE CHE SI CELA FRA LE PIEGHE DEL QUOTIDIANO, ALL'ORRORE QUOTIDIANO, ALLA FOLLIA DELL'APPARENTE NORMALITA'.
Non è poco, anche perchè mediante questa rappresentazione il film si arricchisce di caratteristiche fortemente critiche verso l'esistente e lo status quo.
Si intrecciano in "Pin" il piano più propriamente sociale (la famiglia) e il piano più specificatamente psicologico (la follia, il carattere perturbante del manichino) ma anche ad una fusione dei due piani proprio nel raffigurare il rapporto morboso fra fratello e sorella (relazione micro-sociale ma anche legame psichico).
Teniamo presente che "Pin" arriva alla fine degli anni Ottanta, cioè alla fine di quel decennio famoso per una sempre maggiore spettacolarizzazione dello Slasher Film e del Serial Killer dai tratti soprannaturali (a cominciare proprio da Jason Voorhees di "Venerdì 13"), riallacciandosi ed approfondendo tutto un altro orientamento del genere Horror, vale adire la descrizione fatta di sottigliezze, di suggestioni, di allusioni. In più quello che colpisce di questo film è la descrizione e la costruzion e di un'atmosfera, di un ambiente.
Vi è anche un buon impiego della musica in senso perturbante ed "orrorifico". Qualcuno ha scritto che si tratta di un thriller intimistico, io invece andrei cauto con questa definizione riguardo a questo film proprio perchè come ho scritto sopra è presente piuttosto, a mio avviso, un intreccio di piani diversi (il piano sociale e quello psicologico od intimistico), Molto importanti le inquadrature insistite sul manichino, le quali assumono una valenza centrale all'interno del film proprio nel suo carattere perturbante, (semi)-vivente, Inoltre tratto disturbante di "Pin" oltre alla descrizione di una famiglia disfunzionale da me sopra citata è anche come è stato già evidenziato è l'educazione all'anormalità che si respira nella prima parte del film. E poi, altro elemento assolutamente da sottolineare è oltre al rapporto morboso di fratello e sorella (dai tratti vagamente incestuosi) anche la sessuofobia del ragazzo, quasi come se al regista interessasse rimarcare un'atmosfera familiare improntata alla repressione psichica e sessuale, alla repressione psico-sessuale.
Quindi ecco che il carattere inquietante del film, addirittura il suo carattere "pauroso" si sprigiona proprio dal ritmo lento, quasi contemplativo in alcune scene (pensiamo appunto a quelle dove è presente il pupazzo) e proprio questo lo rende un Thriller-Horror diverso dalla media dei Thriller-Horror degli anni Ottanta.
Con "Pin" siamo sicuramente alla prese con un FILM ANTI-SPETTACOLARE, ma questo è (in questo caso, almeno) un suo pregio. La spettacolarità non sempre si addice all'Horror (ed anche al Thriller).
Lo stesso finale, così strano, triste, quasi disperato è lì a suggellare il carattere profondo e perturbane, di "Pin" la stessa trasformazione del ragazzo (non dico di più sul finale) rappresenta forse l'acme iconico e simbolico del film, la sua pregnanza teorica, la sua portata filosofica. Mediante il genere cinematografico possono passare molti discorsi, lo stesso Cinema di Genere (usiamo questa definizione rigida) spesso non è un cinema di puri e semplici "artigiani".
"Pin" esiste proprio per confermarci questo.