LO SPECCHIO (1975)
Andrej Tarkovskij (1932-1986) è stato sicuramente uno dei più importanti esponenti del "Cinema del Disgelo" Sovietico, nei primi anni Sessanta, proprio con il suo film di esordio "L'Infanzia di Ivan", del 1962, ma non solo: egli è stato uno dei più importanti registi cinematografici di sempre.
"Lo Specchio", uscito il 7 Marzo 1975 costituisce, secondo me davvero la realizzazione più emblematica del suo cinema.
Film sui ricordi di un uomo moribondo che rievoca il suo passato , due momenti diversi del suo passato: la propria infanzia con la madre (ai tempi dello Stalinismo) e il divorzio dalla moglie (causato da una crisi matrimoniale e personale). Cosa molto importante, le due vicende si intrecciano molto spesso, e cosa ancora più significativa il passato molto spesso compenetra nel presente.
Questo sono tratti tipici, potrei dire ossessioni di Tarkovskij ed è per questo motivo che considero "Lo Specchio" il suo film più emblematico.
"Lo Specchio" è, in questo modo un'opera che bene esemplifica quelle che saranno le teorizzazioni filosofiche di Gilles Deleuze, filosofo francese, nel suo seminale "L'Immagine-Tempo" (che segue l'altrettanto fondamentale "L'Immagine-Movimento", due fondamentali opere filosofiche sul Cinema).
Bene, in "L'Immagine-Tempo" ad un certo punto Deleuze scrive: "il passato non succede al presente che non è più, coesiste con il presente che è stato. Il presente è l'immagine attuale e il proprio passato contemporaneamente, è l'immagine virtuale, l'immagine allo specchio".
Questo passo di Deleuze descrive bene "Lo Specchio": i piani temporali (presente, passato) si compenetrano, la Memoria assume davvero una funzione vitale, si fa essa stessa sorgente di Vita,, la dimensione speculare, la dimensione dello Specchio si manifesta pienamente proprio nel rimandare continuamente il presente al passato ed il passato al presente: LO SPECCHIO, APPUNTO, DA CUI IL TITOLO DEL FILM.
Ma in questo film assume notevole importanza anche il futuro (quindi i piani temporali sono tre) passato, presente, futuro) ma un futuro non davvero futuro, perchè il futuro dell'infanzia (nei ricordi di un uomo adulto). Più che al futuro assistiamo alla FUNZIONE-FUTURO, quindi sarebbe meglio dire due piani temporali ed una funzione.
Per far capire meglio di come i piani temporali nel film si intrecciano basti pensare al fatto che l'attrice del film, Margarita Terechova interpreta sia la madre che la moglie del protagonista.
Le due figure femminili si sovrappongono, anzi si fondono fino a creare una VARIAZIONE ONIRICA ED IMMAGINIFICA DELL 'IDENTITA' PERSONALE, UNA MESSA IN QUESTIONE DEL PROBLEMA DELL 'IDENTITA'.
Ciò che rafforza il tutto, nel film è proprio la sua struttura narrativa non-lineare (ai limiti dell'Anti-Narratività, siamo alle prese comunque con un film dalla Narrazione Debole), film dalla struttura narrativa evanescente ed enigmatica.
I passaggi di forma e di dimensione in questo film sono davvero numerosi e molto suggestivi: si passa dai ricordi di infanzia a scene oniriche a scene di Cinegiornale, etc. ai passaggi cromatici dalla Fotografia a Colori, al Bianco e Nero al bruno di seppia.
Da molti critici e studiosi, poi, la sua struttura non lineare, onirica, evanescente è stata paragonata alla grande stagione letteraria del Romanzo Modernista (che non è il Romanzo Moderno, quest'ultimo piuttosto di tradizione realista).
Da tutto quello che ho scritto fino a questo momento si può desumere, quindi, la giusta idea che protagonista di "Lo Specchio" sia proprio il Tempo, il suo enigma, il suo ritmo, la sua dinamica, il suo frantumarsi in schegge temporali in schegge di memoria.
Perchè anche la Memoria (come modo di essere e come attività dello spirito) è onnipresente in questo film (e di cui forse, poche volte se ne è evidenziato sufficientemente la portata).
La MEMORIA COME RI-PRODUTTRICE DI TEMPO, DI SENSO, DI STORIA, DI VITA. Talvolta è stato sottolineato, e secondo me molto giustamente di come nel film e in ciò che ci rappresenta vi sia anche come un ingresso, una chiave di accesso a nuovi mondi, io aggiungerei a questa idea : un ingresso a nuovi mondi possibili.
Altra caratteristica importante del film è proprio questo slancio di un ritorno all'infanzia (e Tarkovskij era un regista che bene sapeva descrivere l'infanzia, basti pensare proprio al suo film di esordio del 1962) ad una regressione verso l'infanzia, ad una regressione "ad uterum", ad un ritorno alla Madre.
Tutto questo è tenuto insieme dallo Specchio, moltiplicatore di memoria, di piani temporali, di stati della coscienza.
E tuuto questo è il film "Lo Specchio", opera enigmatica, evanescente, stupefacente.