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I COMPAGNI (1963)


"I Compagni" uscito il 25 Ottobre 1963 è uno dei film più significativi, ma anche meno considerati del regista Mario Monicelli (1915-2010), molto più famoso, ad esempio per un film come "L'Armata Brancaleone" di cui ho già trattato su questo mio Blog, qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2019/06/03/LARMATA-BRANCALEONE-1966.

"I Compagni" non è una Commedia, piuttosto un Dramma Sociale, un film che narra la nascita e lo sviluppo del Socialismo Italiano proprio nell'epicentro operaio ed industriale della città di Torino.

Il film è ambientato alla fine dell'Ottocento in una fabbrica tessile e segue le vicende di lotta, ma anche più strettamente personali di alcuni operai e di colui che prende le redini del movimento, il professor Sinigaglia (interpretato da Marcello Mastroianni).

Dopo varie traversie, difficoltà, il professor Sinigaglia viene alla fine arrestato, ma qualcun altro porterà avanti la lotta. Il film si chiude in una nota ottimistica, di fiducia in un avvenire socialista.

Film politico, dunque, questo di Monicelli, film potremmo dire "schierato". Ma anche film militante in un modo meno ovvio, se solo pensiamo che Monicelli non so se del tutto consapevolmente con questo film porta avanti un'idea di Nazional-Popolare che nella cultura italiana (a differenza di altri paesi) era sempre venuta meno.

Quindi autentica Arte Popolare la quale deve arrivare alle masse raccordando "alto" e "basso". Il film è anche intriso di quegli umori sentimentali tipici della narrativa di Edmondo De Amicis (che non dimentichiamo che era anche uno scrittore schierato dalla parte del Socialismo).

Quindi rappresentazione non agiografica ma piuttosto RIEVOCAZIONE ICONICA, ICASTICA ED EMOTIVA DELLA NASCITA E DELLO SVILUPPO DEL SOCIALISMO, in questa operazione cinematografica ed estetica concorre anche la Fotografia di Giuseppe Rotunno (il quale, non dimentichiamolo, è stato uno dei più grande Direttori dell Fotografia del Cinema Italiano).

Come ho scritto in apertura di questo articolo, siamo alle prese con un film Drammatico, ma con tocchi da Commedia, "abbassanti" o ironici proprio perchè come è stato scritto la stessa Commedia all'Italiana ("genere" se così la vogliamo definire più complesso ed articolato di come spesso si ritiene presentava varie declinazioni (dal più propriamente comico, al grottesco, al drammatico; ma nonostante tutto io non reputo "I Compagni" una Commedia all'Italiana dalle forti declinazioni drammatiche quanto piuttosto proprio il contrario: un Dramma Sociale dalle venature di commedia. Secondo me il film rappresenta una delle rare incursioni di Mario Monicelli fuori dal campo della Commedia all''Italiana (caso diverso invece lo abbiamo con un'altra rievocazione storica quale "La Grande Guerra" dello stesso regista, del 1959).

Aspetto molto importante di questo film è, secondo me, proprio la focalizzazione sulla dimensione collettiva (anche se vi sono molti restringimenti sulla figura di Sinigafglia, il quale rimane in qualche modo il protagonista della vicenda), ma, ripeto secondo me è necessario proprio prestare attenzione alla dimensione collettiva, alla RAPPRESENTAZIONE UMANISTICA ED EMPATICA DI LOTTE IMPRONTATE A SPIRITO DI GIUSTIZIA E SOLIDARIETA.

Nella stessa dimensione collettiva risiede il valore intrinsecamente sociale e politico de "I Compagni" film politico proprio in come rappresenta e narra la vicenda (secondo un criterio collettivo, anche se non in modo integrale, come ho già scritto) piuttosto che nelle stesse vicende narrate.

La dimensione collettiva è un dato fondamentale ed imprenscindibile di questo film. Tant' è vero che il film si chiude proprio con un'apertura collettiva (la lotta condotta da Sinigaglia viene portata avanti comunque dalle masse operaie), al di là di un "leaderismo il quale comunque persiste.

Voglio dire il finale del film si concentra comunque e nonostante tutto sulla collettività operaia.

Ecco, io credo che il carattere che innerva il film si mostri prima ancora in questo aspetto piuttosto che nella "deriva De Amicisiana" come è stato scritto da qualche parte, la quale comunque è importante e dona al film una sorta di "energia emotiva"

Un ultimo appunto è doveroso proprio riguardo alla rigorosa ed accurata ricostruzione ambientale che dona al film una sorta di forza realistica, per così dire, presentando una notevole capacità di innestare sul tronco realistico (e non mi stancherà mai di ripetere che la nozione di realismo è sempre problematica, ambigua e sfuggente in tutte le Arti e dunque anche in quella Cinematografica) delle coordinate creative ed estetiche impronatea ad un grande profilo emozionale e "sentimentale". Proprio in questo risiede la cosiddetta "deriva De Amicisiana", la quale congiunta all'importante dimensione collettiva (collettivista" fa di questo film un unicum irripetibile.

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