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LA NOTTE (1961)


In questo articolo torno al cinema di Michelangelo Antonioni (1912-2007) dopo avere già in precedenza scritto di lui e del suo primo lungometraggio, qui il link:https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2017/02/10/CRONACA-DI-UN-AMORE-1950.

"La Notte" uscito il 24 Gennaio 1961 è il secondo film della cosiddetta "trilogia dell'incomunicabilità" o "trilogia esistenziale", preceduto da "L'Avventura" (1960) e seguito da "L'Eclisse" (1962).

Film fortemente innovativo (ma d'altro canto quale film di Antonioni non lo è?) Il film tratta della crisi di una coppia (lo scrittore interpretato da Marcello Mastroianni con la moglie interpretata da Jeanne Moreau), ma di una crisi molto più generale la quale coinvolge molti aspetti del loro vivere quotidiano.

Ciò che interessa Antonioni non sono certo i "conflitti d'amore" quanto piuttosto una radicale crisi esistenziale che passa anche attraverso il rapporto sentimentale uomo-donna.

Importante notare l'ambientazione del film: la Milano del Boom economico, la Milano dei primi anni Sessanta popolata dai nuovi ricchi, e da intellettuali annoiati ed in crisi.

In questo ambiente si svolge la vicenda e di questo bisogna tener conto. "La Notte" è un film SULL'INAUTENTICITA' DEI RAPPORTI UMANI NELLA SOCIETA' BORGHESE, SUL DOMINIO DELLA MASCHERA E DELLA FINZIONE, SULLA NOIA E SUL VUOTO COME MALATTIA ESISTENZIALE.

"La Notte" guadagnò molta approvazione dalla critica cinematografica e destò l'interesse di cinefili e cultori di cinema, ma non fu apprezzato dal pubblico (almeno da quello meno avveduto). Film seminale e molto importante all'interno della Storia del Cinema proprio perchè in grado di influenzare la coeva Nouvelle Vague francese (in primis Jean Luc Godard)ma sopratutto il cinema dell'Estremo Oriente con registi quali Wong Kar Wai di Hong Kong, Hou Hsiao Hsien di Taiwan, o Kim Ki Duk della Corea del Sud.

In "La Notte" Antonioni continua quindi ad approfondire il suo discorso cinematografico sull'alienazione, l'incomunicabilità, la crisi esistenziale. FILM SULLA CRISI E DI CRISI PROPRIO NELLA SUA FORZA DI ROTTURA STILISTICA, FORMALE, NARRATIVA.

Anche in questo film, come spesso accade la donna è l'essere più sensibile alla crisi, più ricettivo, più sano, e, come dicevo in questo film Antonioni opera una rottura anche nei confronti della linearità narrativa, come a voler conferire densità e spessore alle singole sequenze, le quali si intridono di atmosfera esistenziale improntata al malessere, alla noia.

L'alba della sequenza finale, dove lo scrittore e la mogli si confrontano e sembrano ritrovarsi sfocia in una scena di erotismo, questo implica l'impossibilità di uscita dei personaggi del film dalla noia e dell'incomunicabilità, se solo teniamo presente che il film, molto evocativamente si intitola "La Notte", notte dei sentimenti, notte delle emozioni, notte dei rapporti autentici.

Nel cinema di Antonioni, molto spesso l'erotismo, il sesso sono piuttosto sintomi del vuoto e della noia, "riempitivi"; il caso più eclatante lo abbiamo proprio con il bellissimo "Blow Up", del 1966.

Il film si avvale anche della Profondità di Campo, come a volere inserire la figura umana all'interno non tanto dello spazio, quanto dell'ambiente. Il cinema di Antonioni è un cinema che vive della rappresentazione del rapporto uomo-ambiente e figura umana-ambiente.

Prima ho accennato all'operazione di destrutturazione narrativa, ecco, io credo che tale operazione voglia proprio essere sintomo della crisi, in tutti i sensi, come ho scritto sopra il cinema di Antonioni è un CINEMA CRITICO PROPRIO PERCHE' NON SOLO SULLA CRISI, MA DELLA CRISI, crisi di alcune modalità rappresentative e narrative.

Vi è ne "La Notte" un'inquadratura decentrata davvero nel suo sperimentalismo e nella sua irregolarità. Importanti in questo film sono oltre ai silenzi (tratto tipico di pressochè tutto il cinema di Antonioni, silenzi come manifestazione concreta dell'incomunicabilità) anche gli spazi vuoti, la figura umana isolata, addirittura "decentrata", appunto, un apparente squilibrio di Messa in Quadro la quale è piuttosto un modo diverso di inquadrare.

Per quanto mi riguarda "La Notte" è uno dei film più astratti di Antonioni, il regista ferrarese è uno degli autori cinematografici più astratti, non solo nella rappresentazione "rarefatta" di ambienti ed eventi, quanto piuttosto in questa rappresentazione sempre più destrutturata sotto il profilo narrativo, rappresentativo, descrittivo (di ambienti e situazioni) fino a che la figura umana, in modo sottile e poco percettibile quasi scompare (in tutti i sensi).

Non è un caso che questo film sia amato, come ho accennato dai grandi autori cinematografici dell'Estremo Oriente.

Tutti questi aspetti rendono "La Notte" un film seminale, un'opera imprenscindibile della Settima Aerte.

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