CENERE E DIAMANTI (1958)
"Cenere e Diamanti" uscito il 3 Ottobre 1958 è forse il capolavoro del regista Andrzej Wajda (1926-2016) e uno dei film più significativi in assoluto di tutto il cinema Polacco.
Wajda è stato un regista controverso e molto spesso scomodo proprio per le autorità burocratiche guardiane dell'allora imperante "realismo socialista" di marca staliniana.
Regista scomodo, Wajda proprio per le tematiche affrontate e per quell'operazione quasi di trasfigurazione onirica di alcune vicende narrate e rappresentate.
Diciamo subito che ciò con cui si confronta Wajda è la Storia, ed in primis proprio la sofferta e tormentata storia della sua nazione, la Polonia. Da questo punto di vista (vale a dire per la riflessione sulla Storia) il Cinema Polacco e Wajda in particolare ha numerosi punti di contatto con un altro cinema fiorente ai tempi del Socialismo Reale, vale a dire quello Ungherese.
Molte delle opere cinematografiche di Wajda, a cominciare proprio da "Cenere e Diamanti" sono in qualche misura criptiche proprio perchè usano forti simbolismi ed allegorie (mostrano cose od eventi per parlare di altro).
Film sulla Seconda Guerra Mondiale, su due soldati dell'Esercito Nazionale che devono assassinare un commissario comunista e per sbaglio uccidono due operai di una fabbrica e dopo altre vicissitudini il protagonista, uno dei due soldati, interpretato da Zbigniew Cybulski progressivamente entra in una crisi profonda dubitando dei suoi stessi ideali, fino a rimanere ucciso in una discarica.
Scena, quest'ultima molto evocativa così' come la scena altamente allegorica (come ho scritto sopra) dei bicchieri di liquore che bruciano.
"Cenere e Diamanti" risulta essere una vera e propria ALLEGORIA STORICA ED ESISTENZIALE, un film sulla giovinezza perduta, e qui vale la pena di fare un appunto sull'attore protagonista del film, Zbigniew Cybulski, morto a soli 39 anni, l'8 Gennaio 1967 per una tragica fatalità, definito da qualcuno una sorta di "James Dean polacco" proprio per la capacità di incarnare sullo schermo tensioni e furori giovanili.
La sua stessa presenza attoriale e scenica era fortemente iconica (giubbotto di cuoio ed occhiali scuri).
Anche sotto il profilo recitativo, dunque, il film di Wajda è un film di rottura, opera di avanguardia talvolta provocatoria, anche se bisogna sottolineare comunque che tendenzialmente fu un film elogiato dalla critica cinematografica polacca.
La fine degli anni Cinquanta è stato un grande momento per il Cinema Polacco proprio perchè Wajda fa da volano al Nuovo Cinema Polacco degli anni Sessanta (Roman Polanski, Jerzy Skolimowski, etc.).
"Cenere e Diamanti" RIBALTA L'ASSUNTO EROICO DEL CINEMA DEL REALISMO SOCIALISTA, problematizza la vicenda ed i personaggi, introduce anche una rappresentazione del sentimento amoroso e dell'erotismo, tutto questo non fu per niente gradito dalle autorità e dai burocrati.
Quello che più mi colpisce di questo film è proprio il suo forte grado di iconicità, ma intrecciata per così dire al simbolismo, assistiamo quindi a delle scene dal forte quoziente di ICONICITA' SIMBOLICA E DI SIMBOLISMO ICONICO (penso sopratutto alla scena dei bicchieri di liquore in fiamme ed alla stupenda scena finale, quella della morte del protagonista).
Disillusione, vulnerabilità, morte assai poco gloriosa, in questo modo Wajda alla fine degli anni Cinquanta rinnovò le coordinate del Cinema Polacco e condusse una battaglia culturale ed estetica, implicitamente politica contro l'ottusità burocratica legata ai dettami del Realismo Socialista.
E' stato spesso sottolineato, e molto giustamente che in "Cenere e Diamanti" è presente una costruzione barocca dell'inquadratura, ed è vero, le inquadrature risultano armonicamente affastellate ed al contempo una narrazione lineare. In questo senso "Cenere e Diamanti" è un film abbastanza tradizionale e che lascia presagire poco del Nuovo Cinema degli anni Sessanta con la sua rottura della linearità narrativa.
Ma al contempo tale linearità narrativa è intervallata da varchi, aperture, squarci lirici, vie di fuga che la rendono dunque, almeno in buona parte, problematica.
Non si sotolineerà mai a sufficienza la pregnanza simbolica ed allegorica della sconfitta finale ("finis Poloniae" come è stato scritto da qualcuno?) ma anche disamina, conferimento di spessore e attenzione rivolte alla sconfitta.
Il film in qualche modo si riferisce costantemente anche alla crisi spirituale e politica della Polonia. Ma tutto questo, tutti questi aspetti da me evidenziati sopra, è bene sottolinearlo si muovono in una costante realtà ambigua, frammentata, problematica e problematizzante.
E proprio per questo "Cenere e Diamanti" può essere considerato a buon diritto un capolavoro della Settima Arte.