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IL MELODRAMMA DI DOUGLAS SIRK: ALL THAT HEAVEN ALLOWS (1955) E WRITTEN ON THE WIND (1956)

  • Francesco De Maria
  • 1 gen 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Il melodramma di Douglas Sirk (1897-1987) ha segnato profondamente il cinema americano degli anni Cinquanta e più in generale alcuni orientamenti del cinema mondiale.

Basti pensare che un successore di Sirk (e che operò in contesti del tutto dissimili da quello hollywoodiano) quale Rainer Werner Fassbinder (e di cui ho già trattato su questo blog, qui il linkhttps://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2017/10/23/TRE-FILM-DI-RAINER-WERNER-FASSBINDER) rese sempre omaggio al grande regista tedesco esule ad Hollywood, sopratutto per il senso e significato riposti nelle pieghe dei film sirkiani.

Douglas Sirk è oggi considerato in modo pressochè unanime come un grande autore cinematografico e sono apprezzate sempre di più, progressivamente le sue opere (in primis i melodrammi, appunto) apparentemente così semplici e "sentimentali" eppure cos' articolate, complesse, stratificate.

Ma c'è stato un lungo periodo in cui questo regista era considerato di "serie B" (e comunque è giusto precisare che anche all'interno della serie B vi sono autori,) ma comunque egli era considerato un artigiano piuttosto che un autore (detto in modo molto semplice).

Bisogna aspettare gli anni Settanta per assistere ad una sua completa riabilitazione (con il contributo prezioso proprio di Fassbinder).

I suoi melodrammi sono emozionalmente vibranti, dalla ricca tessitura cromatica, fiammeggianti... tali caratteristiche anche se declinate in modo diverso le si trovano in tutto un cinema americano di metà anni Cinquanta (mi viene a mente sopratutto il caso di Nicholas Ray, ma non solo).

Sempre più i suoi melodrammi sono stati visti anche come una critica sociale alla borghesia americana degli anni Cinquanta e sulla violenza insita nelle convenzioni sociali e nella divisione in classe.

All that Heaven Alllows" uscito il 25 Agosto 1955 è un film che mi sta particolarmente a cuore proprio per il suo carattere intrinsecamente emozionale, per i contrasti (emotivi, psicologici) che raffigura, per la sottile poesia eversiva che lo pervade.

LE EMOZIONI COME LEVA DI TRASFORMAZIONE UMANA, I SENTIMENTI COME FATTORI DI RISCHIO PER UNA SOCIETA' CONFORMISTA E CLASSISTA, come era l'America degli anni Cinquanta (ma non solo l'America degli anni Cinquanta).

La chiave di volta del melodramma sirkiano risiede proprio nel conflitto, nello scontro, nella crescita, nella spinta in avanti, quest'ultima proprio modulata sull'afflato amoroso, emozionale, sentimentale.

In questo film del 1955 assistiamo alla vicenda di un amore contrastato fra una vedova di mezza età (di elevata posizione sociale) con il più giovane giardiniere e di come tale sentimento venga ostacolato da amici, parenti, dalli stessi figli della donna perchè giudicato sconveniente. La società così come è organizzata non sembra accettare l'amore. In questo senso davvero "All that Heaven Allows" è da considerarsi il tipico melodramma sirkiano. Lo stesso sentimento amoroso vive una polarità fra la sua manifestazione più alta e compiuta, vale a dire come sentimento che supera qualsivoglia convenzione sociale e la sua sclerotizzazione in qualcos'altro: nel bisogno di conformarsi a tali convenzioni sociali ed all'ordine borghese.

"All that Heaven Allows" è percorso da tale dicotomia. L'uso estremizzato del colore concorre a fare del film davvero un'opera cinematografica inquieta, dilaniata e attraversata da fremiti emozionali non solo amorosi e sentimentali, ma anche improntati a paura , rabbia, frustrazione.

Il melodramma sirkiano funge da CATALIZZATORE EMOZIONALE.

"Written on the Wind" uscito il 4 Ottobre 1956 è un'altra tessera importante del mosaico melodrammatico di Douglas Sirk, film su contrasti (psicologici, di classe, emotivi) all'interna di una dinastia petrolifera texana, segnata anche dal fantasma dell'impotenza.

Sono d'accordo con chi scrive che in questo film Sirk tenti piuttosto di sovvertire i parametri del Melodramma Hollywoodiano degli anni Cinquanta, disseminando il film di scarti rispetto alla regola, di infrazioni della norma, di dialoghi caustici, di satira riguardo ad un certo mondo.

Gli stessi eccessi melodrammatici del film (più contenuti in ("All that Heaven Allows") rasentano (volutamente) il grottesco mettendo a nudo determinate pratiche melodrammatiche.

Tale operazione si avvicina AD UNA SORTA DI STRANIAMENTO BRECHTIANO, DI PRESA DI POSIZIONE CRITICA E RIFLESSIVA RISPETTO ALLA MATERIA TRATTATA.

Lo stesso cromatismo iperrealista, dal punto di vista figurativo testimonia questo, un'operazione enfatica, caricata, eccessiva. Ma vi è anche empatia con i personaggi, persone sofferenti, in balia degli eventi, segnate dal destino.

Comunque, come ho scritto poco sopra con questo film Sirk analizza criticamente le strutture del Melodramma, svelandone da un lato l'artificiosità, ma dall'altro anche la riposta carica pulsionale, intrinsecamente eversiva e critica.

Ed a ben vedere la forza di Douglas Sirk risiede proprio in tale dicotomia: adesione emozionale e distacco critico. Questo lo rende uno degli autori cinematografici più interessanti della storia del Cinema Americano.

 
 
 

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