THE NIGHT OF THE HUNTER (1955)
Difficile imbattersi in un film più composito ed insolito di "The Night of the Hunter", da noi distribuito come "La Morte Corre sul Fiume. Unico film del grande attore inglese Charles Laughton (1899-1962), uscito il 26 Luglio 1955, fu un insuccesso sia di critica che di pubblico.
Il film fu appunto considerato troppo strano ed anomalo e che quello che a mio avviso è uno dei pregi maggiori del film, vale a dire la sua meravigliosa INATTUALITA' fu all'epoca considerata invece il suo punto debole.
Film su un predatore (falso reverendo psicopatico) interpretato da Robert Mitchum e prede (i due bambini) figli del compagno di cella del personaggio interpretato da Mitchum il quale cerca un bottino nascosto di cui gli aveva parlato il padre dei bambini in carcere, prima di essere giustiziato. Addirittura corteggia e poi sposa la madre dei bambini, fingendosi una persona amorevole.Quando la donna smaschera il suo piano la ucciderà ed i due bambini dovranno scappare su una zattera lungo il fiume fino a giungere nella casa di un anziana signora (interpretata da Lillian Gish, attrice di Griffithiana memoria) la quale li adotta. Il falso reverendo viene alla fine arrestato rischiando di essere linciato dalla stessa folla che precedentemente aveva subito il suo carisma.
Film di critica sociale, film favolistico, film Espressionista fuori tempo massimo (ma anche film Noir), etc. si potrebbero coniare molte definizioni per "The Night of the Hunter"proprio perchè siamo alle prese con un film sfuggente, complesso, estremamente articolato.
Lo si potrebbe considerare, come ho scritto sopra, anche un film di critica sociale proprio perla sua impietosa disamina del fondamentalismo cristiano nel Sud degli Stati Uniti.Ma il film non si riduce solo a questo; nella sua stessa struttura narrativa troviamo le caratteristiche tipiche della favola nera, ma anche tracce di deformazione Espressionista sia nella sue trovate dal punto di vista di illuminazione e contrasti di luce sia proprio nella citazione diretta di classici espressionisti e cosa più sottile, aggiungo io, proprio nella DEFORMAZIONE GROTTESCA DELLA FIGURA DEL FALSO PREDICATORE, e di conseguenza nella stessa recitazione di Robert Mitchum, eccessiva e "deforme".
Una recitazione sopra le righe, dunque, ma virata in tonalità grottesche; la stessa nozione di grottesco riconduce il film ad una delle sue fonti culturali primigenie vale a dire al Southern Gothic della letteratura Americana, con i suoi contrasti psichici, i suoi orrori nascosti, le sue pulsioni segrete.
La sequenza del cadavere della donna uccisa (la madre dei bambini) sul fondo del fiume con i capelli che si confondono con le alghe è di una bellezza sconvolgente con richiami anche alla pittura Preraffaellita.
Il fascino del film risiede, a mio avviso, anche in questo ACCOSTAMENTO FIGURA UMANA-NATURA IN FORME DIVERSE: il cadavere si mescola agli elementi naturali, il quale nella sua (ovvia) immobilità (la quale comunque risulta stranamente enigmatica) raggiunge una notevole nota perturbante; i due bambini invece durante il viaggio sulla zattera (anche qui, un richiamo all'archetipo culturale americano rappresentato dal viaggio di Huckleberry Finn e lo schiavo Jim lungo il fiume Mississippi) sono inseriti costantemente in una polarità con la Natura rappresentata in tonalità misteriose (il rospo, la civetta).
Film sulla lotta fra Bene e Male, film sull'ambiguità, film sulla manipolazione, cìè anche questo in "The Night of the Hunter".
Ci si può rendere conto, dunque, da quello che ho scritto finora che questo film è attraversato costantemente da una TENSIONE SREGOLATRICE nei riguardi di qualsivoglia codificazione di genere; in questo siamo alle prese con un film che anticipa la New Hollywood di ben dodici anni.
Film polifonico, come è stato più volte scritto, ma anche film sulla figura del Padre e sulla necessità della ribellione a tale figura (in questo caso, se con padre intendiamo la figura del falso predicatore).
I bambini a ben vedere ricercano sè stessi, fino ad essere accolti da un'anziana signora, una figura materna e protettrice, salvifica, in qualche modo la quale contrasterà, nelle scene finali del film il falso predicatore ancora sulle tracce dei bambini.
In questo senso si può dire che il film è percorso da fremiti anti-patriarcali; basti pensare che il personaggio interpretato da Robert Mitchum si propone proprio come patriarca, in tutto il suo carattere grottesco e perturbante. Un certo empito eversivo del film è indubbio, quindi.
Per tutte le caratteristiche di cui ho trattato in questo articolo, dunque, a buon diritto si può definire "The Night of the Huntet" un importante quanto meraviglioso film polifonico.