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E LA NAVE VA (1983)


"E la Nave Va" presentato in anteprima al festival di Venezia il 10 Settembre 1983 appartiene al tardo periodo felliniano ed è anche uno dei suoi film meno celebrati, a mio avviso invece è un film degno di attenzione, molto particolare.

Film ambientato proprio a ridosso della Prima Guerra Mondiale e che segue il viaggio di un piroscafo che, partito dal porto di Napoli deve raggiungere un'isola dell'Egeo per spargere le ceneri di una appena defunta cantante lirica.

A bordo della nave l'alta società, amici della defunta, aristocratici descritti in modo impietoso ma anche benevolo dal giornalista (un po' voce e coscienza dell'intera vicenda). Il tragitto del piroscafo è destinato ad incrociarsi con la Storia, poichè subito dopo la scoppio della Grande Guerra il comandante della nave soccorre alcuni profughi serbi.

Il piroscafo verrà in seguito colpito ed affondato dagli austriaci. Alla fine del film il giornalista ci informa che non tutti i passeggeri della nave sono deceduti.

Fra i naufraghi accolti sulla nave c'è anche un rinoceronte che a detta del giornalista "da un ottimo latte". Sul rinoceronte e la sua presenza ci tornerò. Intanto c'è da dire che forse mai come in questo film Fellini tenta di fare un discorso sul declino di un'epoca, sulla Storia e sul cortocircuito che si viene ad innescare fra vicende private e Storia.

La nave del film (e del titolo del film) è UNO SPAZIO SIMBOLICO DELLA DECADENZA, UN REGNO DEI MORTI. In questo film, secondo me, Fellini raggiunge forse il suo punto più alto di "simbolismo".

Il fascino del film risiede proprio in questo: nel suo essere da un lato un film dal forte afflato storico (la riflessione sulla Storia è davvero presente come ho spiegato sopra) e dall'altro un film fortemente onirico e dai toni surreali.

In questo senso è un film più composito di altri di Fellini (molto più propenso a creare puri e semplici affreschi visionari) sopratutto il Fellini più tardo.

La stessa presenza del rinoceronte interroga lo spettatore, e va letto piuttosto come SIMBOLO DI UNA LIBERA CIRCOLAZIONE DI SENSO, DI UN SENSO EVANESCENTE, DI UNA POSSIBILITA' DI CONFERIMENTO DI SENSO.

Sicuramente la nave vive l'irruzione dell'irrazionale e dell'insensato (la Storia letta come avvicendamento di eventi folli e tragici) ed è essa stessa palcoscenico del grottesco, dell'eccessivo, dell'illogico.

D'altronde questo è un tratto tipico di molto cinema felliniano. Quindi da un lato la presenza del rinoceronte potrebbe proprio suggerire l'irruzione dell'irrazionale, ma "nutrirsi del latte del rinoceronte" si potrebbe proprio intendere come suggerisce lo stesso Fellini come proposito di abbeverarsi salutarmente alle fonti dell'Inconscio,il quale risulta ribaltato di segno, dunque, e visto nella sua dimensione liberatoria. Ecco, io credo che si possono anche intrecciare i due piani, IRRUZIONE DEL RINOCERONTE COME IRRUZIONE DELL'IRRAZIONALE MA POI SCOPERTA CHE L'IRRAZIONALE PUO'' A SUA VOLTA CELARE ASPETTI LIBERATORI, SANI A CUI BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE O "NUTRIRSI".

Il film, ripeto è prima di tutto una disamina della decadenza, ed è stato scritto molto giustamente secondo me che non è solo un film sulla decadenza di una classe sociale (l'aristocrazia di inizio Novecento) ma anche un film sul declino di un'arte, di un'arte in qualche modo popolare come l'Opera Lirica. Il film è senz'altro anche una riflessione sull'arte e su un suo possibile declino.

In "E la Nave Va" assistiamo anche a un disfacimento, ad uno sgretolamento della stessa struttura narrativa filmica, proprio come se la vicenda non fosse destinata alla narrazione, od al Logos, quanto piuttosto destinata alla VISIONE, ALLA FORZA DELL'IMMAGINE, AL CARATTERE LATENTEMENTE ONIRICO DELL'IMMAGINE CINEMATOGRAFICA.

Fellini, del resto, non è mai stato un regista "narrativo", ma con questo film del 1983 radicalizza il suo assunto.Il Cinema come arte onnicomprensiva, come grande compendio umanistico di tutte le manifestazioni umane, come discorso sulla Realtà, sulla società, su un'intera epoca storica, sul declino di un'arte (Opera Lirica), Cinema come riflessione sulla Storia, ma sopratutto Cinema come Arte Onirica nel suo carattere eidetico e liberatorio (la stessa evanescenza di senso del film).

Un ultima notazione che vorrei fare è proprio riguardo ad una tipicità felliniana che ricorre anche in questo film, vale a dire la galleria di "mostri": il carattere "meraviglioso" del cinema felliniano non viene mai meno, nemmeno in questo film, e commenti sulla "galleria di mostri" ho avuto modo di farli sia nel mio primo articolo di questo Blog sui rapporti fra il cinema di Fellini ed il Neorealismo, qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2016/1/22/IL-CINEMA-DI-FELLINI-E-IL-NEOREALISMO, che nel mio artcolo su "Il Satyricon"qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2016/1/22/IL-CINEMA-DI-FELLINI-E-IL-NEOREALISMO.

Quindi, per tutte le caratteristiche da me sopra delineate reputo "E la Nave Va" un film profondamente "felliniano".

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