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I SOVVERSIVI (1967)


Il cinema dei fratelli Taviani, Paolo (1931) e Vittorio (1929-2018) solo riduttivamente può essere considerato un cinema politico o un cinema di impegno civile, in verità il loro cinema da un lato è un cinema di derivazione letteraria, un cinema abituato a confrontarsi con le fonti letterarie, a farle proprie e a cinematografizzarle, dall'altro è un cinema che rappresenta anche le vicende politiche con un filtro di tipo sia psicologico-esistenziale e più in generale storico (o meglio sarebbe dire storicistico).

"I Sovversivi", a mio avviso, presentato in anteprima al Festival di Venezia il 7 Settembre 1967 rispecchia bene quelle che sono le coordinate del cinema dei fratelli Taviani.

Questo film (ma più in generale tutta la prima parte del cinema dei Taviani) è un ottimo esempio del Nuovo Cinema degli anni Sessanta, film nel suo primo strato IMMEDIATAMENTE POLITICO: un gruppo di intellettuali da varie parti di Italia parte per Roma per partecipare ai funerali di Togliatti (infatti il film è ambientato nell'Agosto 1964).

Una caratteristica davvero interessante è come il FILM MOLTIPLICHI I PUNTI DI VISTA E FRAMMENTI LA STRUTTURA NARRATIVA IN UNA SERIE DI STORIE CHE BENE RAFFIGURANO IL DISORIENTAMENTO, IL MALESSERE PSICOLOGICO O LA SOTTILE ALIENAZIONE CHE ATTANAGLIANO I PERSONAGGI.

Io credo che il motivo di essere de "I Sovversivi" risiede prima di tutto in questa caratteristica; voglio dire, nel film conta molto come vengono narrate e rappresentate le crisi individuali dei personaggi.

Nel film avviene un CONTINUO SCAMBIO FRA PRIVATO E POLITICO, ma anche ad un erosione della dimensione politica, ad un'incertezza di fondo, ad una sottile alienazione e colpisce questo in un film del 1967, proprio a ridosso della Contestazione del 1968.

Ma assume una certa importanza anche la dimensione realistica, l'attenzione posta al dato di realtà, addirittura la propensione al documentarismo, o per meglio dire all'assimilazione della pratica documentaristica, se solo pensiamo all'utilizzo delle immagini di repertorio dei funerali di Togliatti

Da questo punto di vista "I Sovversivi" fu preceduto da "Uccellacci e Uccellini" (1966) di Pasolini, già in questo film erano presenti importanti rimandi ai funerali di Togliatti (ed a Togliatti visto come leader di una trasformazione radicale della società italiana) e sopratutto ciò che accomuna il film dei fratelli Taviani a quello di Pasolini è in una qualche misura proprio la MORTE DELL'IDEOLOGIA, O COMUNQUE LA SUA CRISI PROFONDA, e forse proprio in questo il film dei fratelli Taviani è meno pessimista di quello di Pasolini, ne "I Sovversivi" siamo piuttosto alle prese con una crisi profonda dell'ideologia, con una CRISI ESISTENZIALE-POLITICA O POLITICO-ESISTENZIALE.

E come è stato scritto più volte (e molto giustamente) "I Sovversivi" è anche un film non solo sulla morte del Padre (Togliatti) ma anche un film sulla morte del NeoRealismo, di quella grande stagione del Cinema Italiano a cui i Fratelli Taviani si sono ispirati.

I fratelli Taviani si sono formati cinematograficamente e culturalmente proprio con i grandi film neorealisti, e con questo film del 1967 sembrano volerci dire che quella grande stagione è ormai tramontata e si sta facendo avanti un cinema nuovo (e che non smette di fare i conti con il cinema del passato).

Quindi è davvero presente una dialettica nel film fra individuo ed ideologia (o come ho scritto io sopra vi è un continuo scambio fra privato e politico) proprio come a voler rappresentare la crisi, in un senso molteplice: esistenziale, ideologica, psicologica.

Siamo alle prese con una INDIVIDUAZIONE ESISTENZIALE E PSICOLOGICA DEI PERSONAGGI.

Molto importante sotto il profilo formale la rottura di certi schemi del cinema "tradizionale" e l'irruzione del nuovo, vale a dire la rottura di una certa trasparenza e linearità narrativa, ne "I Sovversivi" si tende a radicalizzare la stessa prassi problematizzante della raffigurazione della realtà e dei personaggi, proprio in questo il film è uno dei più bei esempi di Nuovo Cinema degli anni Sessanta.

Questo film tende a DECENTRARSI, A NEBULOSIZZARSI proprio sotto l'aspetto narrativo e di senso.

Ma il film al contempo mantiene anche una notevole presa "concreta" sulla realtà, e proprio in questo senso potrei dire che non fa altro che preannunciare film ancora più radicali proprio nella loro completa rarefazione narrativa e di senso come "Sotto il Segno dello Scorpione", ad esempio, di due anni posteriore.

Ad ogni modo, per tuti gli aspetti da me descritti considero "I SOVVERSIVI" una tappa fondamentale all'interno della filmografia di Paolo e Vittorio Taviani.

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