L'UOMO CHE SAPEVA TROPPO (1956)
"L'Uomo che Sapeva Troppo" di Alfred Hitchcock (1899-1980), uscito il 29 Aprile 1956 è un rifacimento dell'omonimo film dello stesso Hitchcock del 1934.
Come se lo stesso grande regista avesse voluto tornare ad un film seminale per quelle che sono le coordinate del suo cinema e la rappresentazione delle sue ossessioni e dei suoi incubi. Ho già avuto modo di trattare del cinema di Hitchcock, nel sesto articolo di questo Blog; qui il link: https://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2016/03/11/IL-CINEMA-DI-ALFRED-HITCHCOCK. "L'Uomo che Sapeva Troppo" è sicuramente uno dei film più rappresentativi di Hitchcock e anche uno dei più famosi, film su una coppia di americani a cui viene rapito il figlio in Marocco ed in seguito, dopo varie situazioni angosciose, ritrovato a Londra (con il celebre finale "alla Royal Albert Hall).
Un certo gusto esotico (pensiamo all'ambientazione iniziale a Marrakech) la rappresentazione del mistero, l'angoscia della sparizione, la ricerca, le apparenze ingannevoli... questo film si potrebbe considerare quasi un compendio delle ossessioni hitchcockiane, ed è un film che amo particolarmente.
Gli attori protagonisti sono James Stewart (uno dei volti più noti del Cinema Classico Hollywoodiano e che spesso lavorò con Hitchcock) e Doris Day.
Quindi come ho scritto sopra nel film compaiono molti degli incubi hitchcockiani e quello che è giusto sottolineare è la ricerca angosciosa da parte di un uomo innocente, l'uomo innocente che si trova coinvolto, suo malgrado, in un mistero, in un incubo.
Tratto tipico questo già dei film inglesi di Hitchcock degli anni Trenta ("Giovane e Innocente", "I 39 Scalini") e nel film è presente (come spesso nei film hitchcockiani) una sorta di conflitto fra luce e tenebre, una certa dicotomizzazione fra personaggi positivi e personaggi negativi.
In questo film è presente anche una sorta di studio teorico della Suspense (tema, come è ovvio molto caro ad Hitchcock) una sua dilatazione temporale spasmodica (pensiamo appunto a tutta la magnifica sequenza alla Royal Albert Hall) ad un USO DEL SILENZIO ATTO A GENERARE TENSIONE EMOTIVA.
Assistiamo ad una sorta di RAREFAZIONE DI AMBIENTI invece nella scena della ricerca della chiesa, anche qui un uso geniale e creativo del silenzio che suscita un senso di tensione e paura, un SENSO DI MISTERO, ANCORA, UNA PAURA NEL MISTERO E DEL MISTERO.
Questi sono due momenti, a mio avviso, davvero indimenticabili del film. Da lcuni studiosi è stato rilevato di come vi sia nel film un attenzione al Primo Piano, un intensificazione nell'uso del Primo Piano, sopratutto rispetto al volto di James Stewart attraversato da tensioni e paure e su cui viene scavalcato l'uso del dialogo.
Quindi in questo film le immagini, i suoni, ma sopratutto i silenzi concorrono a creare quell'atmosfera da incubo, e tale interrelazione fra immagini, suoni e silenzio rende "L'Uomo che sapeva Troppo" uno dei film più sperimentali e di avanguardia di Hitchcock.
La stessa struttura del giallo non è fine a se stessa ma attraverso le strutture narrative del giallo Hitchcock INTESSE UN DISCORSO ESISTENZIALE SULL'UOMO, SULL'INNOCENZA E LA COLPA, SULLA TENSIONE E SULL'INCUBO.
Come già tentai di spiegare in quel mio più vecchio articolo qui sul Blog, proprio in questo senso ed in questo modo Hitchcock assurge alla categoria di AUTORE CINEMATOGRAFICO, DI GRANDE AUTORE CINEMATOGRAFICO.
Quindi per tutto quello che ho scritto finora non sono assolutamente d'accotdo con chi reputa "L'Uomo che Sapeva Troppo" un film minore all'interno del corpus filmografico hitchcockiano, certo, non raggiunge i fasti di "Vertigo " (1958), di "Psycho" (1960) o di "Intrigo Internazionale" (1959) ma risulta essere comunque uno dei risultati di punta del suo cinema.
Dal punto di vista di costruzione della suspense questo film è quasi impareggiabile è come se Hitchcock avesse voluto finire di mettere a punto la sua capacità nel creare suspense ed inserire tale paratica all'interno di uno studio teorico (il film stesso) prima di passare ad una nuova fase, quella della fine degli anni Cinquanta in cui davvero giunge a maturità il suo cinema e il suo stile.
Quindi, in questo senso, si potrebbe considerare "L'Uomo che Sapeva Troppo" davvero un film cruciale, UN FILM-SNODO, UN FILM-CERNIERA fra le varie fasi dell'opera cinematografica hitchcockiana, ed il film è importante anche solo per questo motivo.
Proprio per questo uno dei film più "hitchcockiani" di un grande autore cinematografico come Alfred Hitchcock.