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THE NICKEL RIDE (1974)


Oggi torno al cinema di Robert Mulligan (1925-2008), dopo aver già trattato di un film di questo regista quale "Su Per la Discesa", qui il link del mio articolo per chi fosse interessato,http://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2018/10/01/SU-PER-LA-DISCESA-1967. Anche questo "Nickel Ride", presentato in anteprima al festival di Cannes il 9 Maggio 1974, è un film notevole, anzi, per quanto mi riguarda uno dei migliori di forse l'intera carriera registica di Mulligan (a cui si potrebbero affiancare ad altri film, come "To Kill a Mockingbird" da noi in Italia distribuito con il titolo "Il Buio Oltre la Siepe", del 1962, "Quell'Estate del 42, ed anche di questo film ho già parlato in un mio precedente articolo, qui il link: http://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2017/06/21/SUMMER-OF-42-1971, oppure del bellissimo e purtroppo misconosciuto "The Other" (1972). "The Nickel Ride" è un tipico film New Hollywood, nel suo carattere enigmatico, lo si potrebbe definire, per comodità un Gangster Film, che vede protagonista Cooper, interpretato da Jason Miller, già Padre Damien Karras in "L'Esorcista" (1973) di William Friedkin (e che nella foto sopra vediamo seduto) un "mediatore" il quale media appunto fra malavita e polizia ricercato da nuove bande criminali per essere eliminato dal momento che il suo operato non viene ritenuto più necessario, sulle sue tracce c'è Turner, sorta di misterioso cow-boy, interpretato da Bo Hopkins, e che vediamo sopra a fianco del protagonista.

Mulligan, in questo film lavora molto sul ritmo, "rallentato", reso contemplativo, enigmatico, quasi ipnotico, la VICENDA DI COOPER, IL MEDIATORE, SI FA ESISTENZIALE E AL LIMITE, LA SUA DIVENTA UNA VICENDA ESEMPLARE DI UN'ESISTENZA AL LIMITE, TRAGICAMENTE PARADOSSALE.

Film anche di scavo psicologico, quello che conta in quest'opera non è tanto la vicenda in seì per se', o l'azione, quanto piuttosto la psicologia dei personaggi, a cominciare ovviamente dal protagonista "braccato" e "condannato a morte" dalla mala.

In "The Nickel Ride" si respira anche un'atmosfera crepuscolare, amaramente malinconica; il regista si addentra in modo critico e riflessivo in un CERTO MONDO ED IN UNA CERTA DERIVA ESISTENZIALE.

Forse per questo suo carattere contemplativo ed enigmatico, questo film fu sì elogiato da molta critica, ma non ha avuto mai un successo di pubblico, ed in questo senso lo potremmo definire un film "sommerso" che comunque ha guadagnato, nel corso degli anni una certa visibilità, ed è stato spesso affiancato ad un altro "Gangster Film" di metà anni Settanta come "Gli Amici di Eddie Coyle" (1973" di Peter Yates.

Quindi anche questo film concorre nella pratica non solo di fare opera di revisione di quelle che possono essere considerate le coordinate di un genere cinematografico, ma anche di spezzare (in questo caso non tanto la linearità narrativa propria del Cinema Classico), quanto piuttosto di FARE OPERAZIONE DI RAREFAZIONE DEL TESSUTO NARRATIVO, DI ANDARE OLTRE.

Forse proprio questo aspetto del film, potenzialmente ostico, da molti non è stato capito e apprezzato, ma è proprio in questo che risiede la bellezza ed il fascino di "The Nickel Ride".

Poi è presente nel film tutto un gusto tipicamente Neo-Hollywoodiano di girare "on locations", in ambienti reali, non ricreati in studio, questo film vi è un vero e proprio studio, se così possiamo dire, ed una vera e propria RESA ATMOSFERICA degli spazi metropolitani di Los Angeles, in questo senso il film lo si potrebbe collocare all'interno di quello spazio estetico che si potrebbe definire CINEMA URBANO, tendenza che aveva la sua importanza sopratutto all'interno del Cinema Americano di metà anni Settanta (e mi viene a mente, in primis, un film come "Taxi Driver", di Martin Scorsese, del 1976).

Io credo fermamente, fra le altre cose, che "The Nickel Ride" debba essere, proprio in virtù della sua atmosfera enigmatico ed inquietante, riallacciato a quello che chiamo il "Cinema della Paranoia anni Settanta" vera e propria tendenza all'interno del Cinema Americano degli anni Settanta con film come "The Parallax View" del 1974, di Alan Pakula ( ed anche di questo film ho trattato, questo il link: http://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2017/12/11/THE-PARALLAX-VIEW-1974), oppure "I Tre Giorni del Condor" (1975) di Sydney Pollack, oppure di un film come "Tutti gli Uomini del Presidente" (1976), anche questo di Pakula.

Tutti e tre questi film di tipo "fanta-politico" e "spionistico" molto diversi sotto questo profilo da "The Nickel Ride" eppure io credo che rivesta un ruolo determinante proprio il comune denominatore fra tutti questi film, la costruzione di una realtà tesa ed inquietante, e la RESA D'ATMOSFERA E PSICOLOGICA DI QUELLA CHE POTREMMO DEFINIRE, IN SENSO LATO, PARANOIA.

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