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UN FLIC (1972)


Con questo articolo ritorno al Cinema Francese, nella fattispecie a "Un Flic", di Jean Pierre Melville (1917-1973), suo testamento cinematografico e spirituale. Uscito il 25 Ottobre 1972, questo film ha destato meno interesse, nel corso degli anni, rispetto a suoi film precedenti come "Le Cercle Rouge" (1970), "Le Samourai" (1967), i quali vedono protagonista proprio come "Un Flic" Alain Delon, oppure "Le Deuxieme Souffle" (1966) di cui ho scritto in un mio precedente articolo, qui il link:http://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2017/10/02/LE-DEUXIEME-SOUFFLE-1966. In questo suo ultimo film Jean Pierre Melville fa interpretare la parte del commissario e la sua sfida mentale e materiale con una banda di rapinatori, ma non è tanto la trama che conta, quanto piuttosto il MODO DI RAPPRESENTARE E NARRARE.

Con questo film, il regista persevera nella sua operazione di RICERCA VISIVA, gli scenari e gli spazi urbani sono spesso restituiti nel loro tacito carattere geometrico ma ne viene anche manifestata il nascosto carattere enigmatico ed astratto. Questo è un tratto tipico di molto cinema melvilliano (dei suoi Polar) e in "Un Flic" continua con questo suo discorso, anche se con minore forza, bisogna dirlo, rispetto alla geometrica potenza di "Un Cercle Rouge" o alla magnificenza ieratica di "Le Deuxieme Souffle".

E' stata sottovalutata di "Un Flic" se non altro la sua CARATTERISTICA CONTINUATIVA ALL'INTERNO DEL DISCORSO CINEMATOGRAFICO MELVILLIANO, il suo essere tessera di un mosaico più grande.

Anzi, in un certo senso "Un Flic" davvero rappresenta l'estremizzazione della poetica di Jean Pierre Melville nei suoi toni cupi e crepuscolari, ecco, forse stiamo parlando davvero del film più cupo di Melville.

Secondo qualcuno "Un Flic" è il film in cui lo stille melvilliano più si sublima, raggiungendo le massime vette dell'astrazione ; non sono molto d'accordo con questa idea: questo film del 1972 presenta sicuramente una maggiore quota di rarefazione, ma sopratutto dal punto di vista dei dialoghi (il film è davvero pochissimo parlato, ed in questo senso radicalizza l'assunto già presente nei suoi Polar precedenti) ma lASTRAZIONE VISIVA presente ad esempio in "Un Cercle Rouge" è impareggiabile.

Ad ogni modo "Un Flic" in un certo senso è un film sperimentale nella sua implicita MESSA IN DISCUSSIONE DELLA FUNZIONE-DIALOGO all'interno del film, i dialoghi sono quasi estromessi dal film, perseguendo una linea di rigorosa coerenza visiva.

Ecco perchè Jean Pierre Melville (ma questo l'ho già spiegato nel mio precedente articolo linkato sopra) non si può considerare un creatore di "film di azione", sia perchè l'azione latita sia perchè trascende tutte le coordinate di un genere (ma questo sia la critica che il pubblico più attento lo hanno riconosciuto da subito).

Il Film Polar francese ha in Jean Pierre Melville la sua punta di diamante anche se sono presenti altri registi comunque notevoli (a cominciare da Aalin Corneau) o comunque degni del massimo interesse (Josè Giovanni, certo Deray) per arrivare agli anni Duemila con un regista come Olivier Marchal (1958) e con film quali "36 Quai des Orfevres" del 2004 o "MR 73" (2008).

E comunque per tornare ad "Un Flic" quello che maggiormente apprezzo del film è proprio la sua lentezza, il suo carattere ancora una volta lento e contemplativo, anzi vagamente onirico.

Forse non è mai stata messa abbastanza in luce il carattere vagamente onirico dei Polar melvilliani e la loro implicita e nascosta visionarietà.

Altro elemento importante del film è l'uso del sonoro: i dialoghi perdono di importanza, mentre ne acquistano i suoni ed i rumori di fondo, quasi a voler restituire anche una FISICITA' NELLA RESA FILMICA. Astrazione e fisicità convivono in questo film.

Forse la tematica amorosa in "Un Flic" viene approfondita maggiormente, teniamo presente che assistiamo ad una sorta di triangolo amoroso maledetto fra il gangster (interpretato da Richard Crenna", il commissario (interpretato, appunto, da Alain Delon) e una donna bella e sensuale (interpretata da Catherine Deneuve).

Ecco, "Un Flic" è il testamento di Jean Pierre Melville (il quale morirà dopo nemmeno un anno dall'uscita di questo film, il 2 Agosto 1973), testamento non solo per la ragione immediata ed evidente che è il suo ultimo film, ma testamento anche perchè pur non essendo il suo Polar migliore, è un film che riesce a mettere a punto tutte le coordinate formali, stilistiche, visive di un grande Autore Cinematografico.

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