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NOUS NE VIEILLIRONS PAS ENSEMBLE (1972)


"Nous Ne Vieillirons Pas Ensemble", uscito il 3 Maggio 1972 è un film del regista francese Maurice Pialat (1925-2003), autore cinematografico purtroppo sempre poco citato.

Eppure egli ha contribuito enormemente alla storia del Cinema Francese, anche se, probabilmente motivo del parziale misconoscimento sia dovuto al suo carattere appartato, egli non fece parte di nessun movimento o gruppo, rimanendo appartato rispetto ad esempio al Nuovo Cinema della Nouvelle Vague (Rohmer, Chabrol, Godard, Truffaut).

Anzi, in una intervista egli ebbe parole critiche della Nouvelle Vague riducendola a mero fatto culturale e definendo i suoi registi pretenziosi Regista, ad ogni modo, Pialat che ha influenzato molti giovani registi francesi degli anni Novanta e seguenti; però ripeto il suo isolamento risaltava sopratutto in quei primi anni Settanta, gli anni di "Nous Ne Vieillirons Pas Ensemble", appunto.

Film dalla trama semplice, addirittura banale: film su un triangolo amoroso; lui è Jean Yanne (attore già visto, ad esempio in due film di Chabrol, nel bellissimo "Ucciderò un Uomo" del 1969 e ne "Il Tagliagole" del 1970), la moglie è interpretata da Macha Meril (già attrice per Godard e Bunuel con film come "Una Donna Sposata" (1964) o "Belle de Jour" (1967), ma vista anche in alcuni film italiani quali "Profondo Rosso" (1975) di Dario Argento dove interpreta il ruolo della parapsicologa o in un film interessante, "di genere" quale "L'Ultimo Treno della Notte" (1975) di Aldo Lado, ed infine l'amante è interpretata da Marlene Jobert attrice francese importante negli anni Sessanta-Settanta.

Film su matrimonio ed adulterio, dunque: lui è un regista dai modi bruschi ed arroganti il quale in crisi con la moglie vive una tormentata storia d'amore con una giovane donna che stanca dei suoi comportamenti lo lascia, proprio quando lui, stanco del proprio matrimonio aveva deciso di lasciare la moglie per sposarla.

Non invecchieremo insieme, appunto. Film SEGNATO DALLA QUOTIDIANITA', bisogna tenere presente che Pialat era un regista molto attento al dato realistico immediato, alla dimensione quotidiana, addirittura autobiografica.

A quanto pare il carattere del protagonista ha molto di quello che era il carattere di Pialat: un carattere difficile, irascibile ma anche capace di slanci di delicatezza e tenerezza.

Da questo punto di vista potremmo definire "Nous Ne Vieillirons Pas Ensemble" un FILM-CONFESSIONE, UN FILM CATARTICO DA PARTE DEL REGISTA.

Ecco, in questo senso il film apparentemente lo si potrebbe allineare con quelle che erano alcune caratteristiche fondamentali della Nouvelle Vague; una certa agilità e scioltezza proprio nel rappresentare tratti autobiografici, ma la differenza è enorme, Pialat spinge molto di più sull'acceleratore della narrazione debole.

Quest'ultimo è un dato molto importante di questo film. Eppoi, film su uno SCACCO ESISTENZIALE, ANZI SENTIMENTALE CHE SI FA SCACCO ESISTENZIALE, film sulla solitudine e sull'incomunicabilità.

Tratti che resero Pialat regista appartato, rispetto ad esempio, ad un Rohmer con i suoi "Racconti Morali" ad uno Chabrol con le sue analisi di tortuosi e torbidi rapporti psicologici annidati nelle pieghe della vita borghese, oppure rispetto a Godard tutto teso alla creazione di un cinema militante oppure a Truffaut con il suo canto intimo e malinconico alle vicende di Antoine Doinel ed ai furori cinefili di "La Nuit Americaine".

Film, questo di Pialat, sul DIPANARSI DELLA VITA, DI RAPPORTI EMOTIVI E SENTIMENTALI, l'uso del PianoSequenza sta lì a testimoniarlo, PianoSequenza come strumento analitico di tali rapporti, ma quello che mi colpisce ancor più che l'uso bellissimo e magistrale del PianoSequenza è l'uso dell'Ellissi, del salto temporale.

Tutto ciò dona al film davvero non solo un grande fascino, ma lo permea di un carattere enigmatico, anzi il MISTERO SI FA POETICA, SI FA STILE, IL FILM E' SUL MISTERO DELLA VITA E DEL RAPPORTO AMOROSO.

Ellissi che non spiegano, anzi che ci pongono costantemente domande sul film e su ciò che il film rappresenta, questa la grande caratteristica di questo film e che forse lo rende unico o quasi unico.

Co sa succede fra quelle insistite ellissi? Non ci è dato saperlo. A mio avviso, il motivo di maggiore interesse del film giace proprio su questo punto.

Aspetto importante è anche la recitazione naturalistica, per così dire, partecipata ed intensa che concorrono a donare al film quel suo carattere realistico (sotto questo profilo). E probabilmente proprio in questo senso il cinema di Pialat è stato definito un cinema "minimalista", proprio nel suo rappresentare vicende della vita quotidiana, ma rese enigmatiche ed "ellittiche".

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