L'OMBRELLONE (1965)
"L'Ombrellone" , film di Dino Risi (1916-2008), uscito il 28 Dicembre 1965 è fra i film più ingiustamente misconosciuti della Commedia all'Italiana e della filmografia del regista milanese.
Film spesso non solo misconosciuto, come ho scritto, ma anche bistrattato, considerato alla stregua di una innocua commedia balneare. In verità il film è qualcosa di più, una satira, una commedia di costume, una riflessione non banale sul rapporto coniugale, sul tempo libero nella società dei consumi, sul mito della vacanza nell'Italia del Boom e della Congiuntura.
Film post-Boom, "L'Ombrellone", uscito negli ultimi giorni del 1965, film post "Il Sorpasso", dello stesso Dino Risi, uscito nel 1962, ed è proprio a questo film che "L'Ombrellone" in qualche modo si riallaccia sia nella sequenza di apertura, in cui il protagonista, interpretato da un sempre bravo Enrico Maria Salerno attraversa in automobile le vie di una Roma deserta nel periodo di Ferragosto; in partenza per le vacanze (deve raggiungere la moglie, interpretata da Sandra Milo, già a rilassarsi su una spiaggia della riviera romagnola), proprio come Vittorio Gassman nel film del 1962 (solo in cerca di un bar per fare una telefonata), sia per lo stesso APPROCCIO ANALITICO nei riguardi della società dei consumi partorita dal Boom.
"Il Sorpasso" è più amaro, più drammatico di "L'Ombrellone" film in cui Dino Risi stempera certo suo spirito corrosivo e certo cinismo, ma come ho scritto lo spirito che anima i due film è per molti versi simile.
Anche nell'uso delle canzoni pop che fanno da tappeto sonoro alla vicenda narrata "L'Ombrellone" si riallaccia a "Il Sorpasso". Ad ogni modo, questo film del 1965. In questo film la spiaggia assurge a luogo simbolico, quasi a luogo della mente, quindi non solo spazio sociale, dove si manifestano vizi (molti) e virtù (poche) della piccola e media borghesia italiana dell'epoca.
E' importante evidenziare di come vi sia tutta una tendenza che attraversa il cinema italiano almeno fin dai primi anni Cinquanta la quale "usa" la spiaggia per monitorare comportamenti di una umanità più o meno varia, declinando tale "approccio analitico" in forme disparate e con finalità autoriali diverse.
E penso, quindi, non soltanto, ovviamente a "L'Ombrellone" ma a "Domenica d'Agosto" di Luciano Emmer, del 1950, il quale contribuisce ad inserire il Cinema Neorealista all'interno della commedia di costume, sortendo risultati cinematografici ed estetici non banali, oppure al bellissimo "La Spiaggia" di Alberto Lattuada, del 1954, molto amaro e malinconico, o ancora, e siamo già alla fine degli anni Settanta; un film come "Casotto" del 1977, di un irregolare come Sergio Citti, disamina surreale ed a tratti onirica di personaggi e comportamenti.
Ecco, il film di Dino Risi si muove in questa dimensione cinematografica (diversa al suo interno) e proprio in questo senso io difendo l'ipotesi che siamo alle prese con un "film di spiaggia" (termine coniato ora da me atto a delineare la tendenza cinematografica tratteggiata poco sopra) piuttosto che ad una debole "commedia balneare".
"L'Ombrellone" è un film, che, se visto attentamente rivela un certo spessore. L'INTENTO SATIRICO in questo film non viene mai meno, intento che mantiene vivo, vitale il film.
Vi è qualcosa di malinconico in questo film (anche se, ripeto, non si raggiungono le vette di "Il Sorpasso"), il film disseziona I MITI DI CARTAPESTA DEL TEMPO LIBERO, preannunciando già le analisi cinematografiche che ne darà, di lì a pochissimi anni, in tutti altri modi, certo, un regista come Jean Luc Godard, ad esempio, ma non solo lui.
Proprio in questo senso, quindi, film sulla società dei consumi e suoi suoi rituali inautentici e superficiali. E comunque il film con il passare degli anni è stato progressivamente rivalutato fino ad arrivarlo a considerare uno dei film che meglio rappresenta la società italiana fra Boom e Congiuntura.
Assistiamo, ad ogni modo, ad una RIDUZIONE IN SCALA DELL'UNIVERSO SOCIALE, ALLA SPIAGGIA COME MICROCOSMO DI UN'INTERA SOCIETA'.
Su queste basi Dino Risi lascia libera tutta la sua verve satirica. Spero, con questo mio articolo di aver reso giustizia, quindi, ad un film bello e misconosciuto come "L'Ombrellone", non semplice commedia balneare, dunque, ma "film di spiaggia", film che attinge (in modo consapevole o inconsapevole, poco importa) a certa tradizione del cinema italiano.