ENRICO V (1944)
Laurence Olivier (1907-1989) è, probabilmente, conosciuto più come attore (grande) cinematografico e teatrale; come dimenticarlo nel ruolo del gentiluomo torbido e misterioso in "Rebecca" di Hitchcock, del 1940, oppure nelle vesti del sadico torturatore in "Il Maratoneta" (1976) di John Schlesinger? Eppure questo indimenticabile interprete ha al suo attivo tre adattamenti cinematografici di Shakespeare, vale a dire "Amleto" (1948), "Riccardo III" (1955) e, appunto, "Enrico V, suo esordio alla regia, uscito il 22 Novembre 1944.
Laurence Olivier, uomo di teatro, ma anche di cinema in "EnricoV" opera una forte CINEMATOGRAFIZZAZIONE DEL TESTO SHAKESPEARIANO, UNA RILETTURA CINEMATOGRAFICA DEL TEATRO.
Proprio nell'evidenziare il carattere teatrale del soggetto (pensiamo soltanto alla prima scena con la meta-rappresentazione del teatro elisabettiano al Globe Theatre). Il carattere teatrale del film è indubbio. Ma tale carattere teatrale si riconfigura, si ristruttura proprio nella sua immissione nel flusso visivo e cinetico proprio del linguaggio filmico.
"Enrico V", poi, presenta numerosi agganci anche alla situazione politica dell'epoca, opera sostenuta da Winston Churchill, con l'Inghilterra impegnata nello sforzo bellico anti-nazista e nella preparazione dello sbarco in Normandia.
Quello che colpisce di questo film è l'evidenzizione del linguaggio primario del Cinema, e non è un caso che parte della critica sottolineò l'uso notevole del colore e della musica.
LA SPERIMENTAZIONE CROMATICA CHE LAURENCE OLIVIER OPERA IN QUESTO FILM COSTITUISCE GIA' UNA PROVA DEL SUO CARATTERE CINEMATOGRAFICO, COSI' COME DEL (QUESTO, FORSE, PIU' SCONTATO) RAPPORTO RICERCATO FRA IMMAGINE E MUSICA.
Comunque vi furono molte critiche entusiaste al film, a cominciare da quella dello scrittore americano James Agee, il quale scrisse che il film di Olivier costituiva uno dei più alti conseguimenti dell'Arte Cinematografica.
Ad ogni modo, come è stato spesso sottolineato, la scena fondamentale di "Enrico V" risiede sopratutto nella ricostruzione della Battaglia di Azincourt (25 Ottobre 1415) che vide schierate le truppe inglesi di Enrico V, appunto, contro quelle francesi di CarloV, battaglia che vide trionfare gli inglesi (da tenere presente l'empito patriottico del film, fra le altre cose).
Come ho scritto sopra, il CARATTERE CINETICO, DI IMMAGINE IN MOVIMENTO DEFLAGRA PROPRIO SUI CAMPI DI BATTAGLIA DI AZINCOURT, COME A VOLER TESTIMONIARE LA CINEMATOGRAFIZZAZIONE DEL TEATRO, LA DEFLAGRAZIONE CINEMATOGRAFICA, LA LIBERAZIONE CINEMATOGRAFICA.
Teniamo presente l'aspetto teorico, magari nascosto, che soggiace a questa sequenza, ed i conseguenza all'intero film, la chiave di volta, la pietra angolare del film risiedono proprio nella sequenza della Battaglia di Azincourt.
L'aspetto teorico, dicevo, la riflessione sull'immagine in movimento, sul suo grado-zero, sul suo carattere dinamico e dinamizzante, trasformativo della struttura narrativa o della vicenda narrata.
Per me il fascino ed il valore di "Enrico V" risiede ancor prima in questo aspetto e solo dopo nella grandiosa ed accurata ricostruzione.
Quindi, se vogliamo, "EnricoV" risulta essere anche una raffinata riflessione sul rapporto fra Cinema e Teatro.
Certo, poi ci sono altri aspetti ed altre componenti del film importanti e degne di nota, a cominciare per esempio dall'uso (raro, ricordiamoci che stiamo parlando di un film del 1944) del colore, un cromatismo brillante conseguito con il Technicolor, cromatismo che Olivier voleva avvicinare alla grande tradizione pittorica quattrocentesca.
I rapporti fra "Enrico V" è la pittura sono da prendere in considerazione, forse uno dei primi esempi di film che si avvicina, anche, al linguaggio pittorico. Tant'è vero che, da parte di certa critica si è notato che le scenografie del film si possono assimilare ai miniaturisti dell'epoca in cui il film è ambientato, alla grande tradizione miniaturistica del primo Quattrocento.
In questo senso "Enrico V" si configura come film enciclopedico, film dotato di una vera e propria enciclopedia visiva. Quindi, da tenere presente il carattere pittorico del film, e di conseguenza il suo carattere meta-visivo, il film presenta un'attitudine alla riflessione sulla dimensione visiva quasi in una struttura ad incastro: riflessione sull'immagine in movimento che a sua volta riflette sulla stessa dimensione cromatica la quale rimanda, riflessivamente al linguaggio pittorico.
Ecco, come si può vedere abbastanza facilmente, "Enrico V" è un film molto articolato, complesso, stratificato che mantiene in se sensi numerosi e molti aspetti di riflessione teorica.
Un film, "EnricoV" che svetta all'interno del panorama del Cinema Inglese di metà anni Quaranta, periodo in sè già glorioso di quel cinema.