LA TETE CONTRE LES MURS (1959)
Questo mio articolo tratta del film "La Tete Contre les Murs" del regista Georges Franju (1912-1987), regista francese molto importante dal punto di vista cinematografico, ma molto spesso poco citato e ricordato.
Il film uscì il 20 Marzo 1959 e si segnalò da subito come opera altamente personale, eccedente rispetto a qualunque canone, in breve opera "folle", per così dire.
E non è un caso che il futuro regista della Nouvelle Vague Jean Luc Godard, nel 1959 ancora solo critico cinematografico (esordirà l'anno seguente) definirà questo film di Franju come opera dotata di una "bellezza folle". Il regista aveva iniziato la sua carriera cinematografica nel documentario (realizzando spesso documentari crudi, forti) e l'intresse per la realtà non gli viene mai meno, questo si coglie anche in "La Tete Contre les Murs", dove LA REALTA' VIENE POSTA IN RAPPORTO CONFLITTUALE E DIALETTICO CON LA SPINTA PULSIONALE, DESIDERANTE ED IRREGOLARE.
Film sulla rivolta di un giovane di buona famiglia che viene internato in un ospedale psichiatrico, in seguito si capisce che il rapporto conflittuale con il padre deriva anche da un trauma del passato e che ha a che fare con la morte della madre. Il padre teme che nei colloqui del figlio con lo psichiatra dell'istituto tale verità venga a galla, intanto il protagonista tenta di scappare per incontrare la ragazza amata, ma il film si chiude con la cattura e la nuova reclusione del protagonista, questa in poche parole l'ossatura narrativa del film. E' ben presente l'afflato antiborghese del regista, l'analisi di normalità e follia, la problematizzazione di tale rapporto: chi è davvero malato, il giovane Francois (il protagonista, appunto) o piuttosto le istituzioni familiari e sociali? il puro rapporto d'amore con la ragazza non è forse segno di sostanziale salute psichica e di apertura all'Altro? La società borghese in questo film di Franju tende ad OCCULTARE LA VERITA' ED I RAPPORTI SOTTESI ALLA VERITA' UMANA E SOCIALE, e mi sto riferendo alla paura del padre che il trauma originale venga scoperto, messo alla luce. L'istituzione psichiatrica è comunque un'istituzione punitiva e repressiva, ma al suo interno vi opera uno psichiatra di larghe vedute e che cerca di comprendere i pazienti e di contestualizzare il loro disagio.
Ad ogni modo, Franju esalta la "follia", vale a dire l'empito libertario, l'anomalia desiderante, in linea con la poetica surrealista, ed i legami che Franju ha intrattenuto con il Surrealismo sono molteplici, questo aspetto è sempre bene sottolinearlo. "La Tete Contre les Murs"è anche un film cupo, pessimista, considerando che il protagonista viene, dopo la fuga, catturato e rinchiuso di nuovo, su tale nota dolente il film si chiude.
La testa contro i muri, appunto. La FUGA DA UN'ISTITUZIONE CONCENTRAZIONARIA COME ATTO DI LIBERTA' E DI AUTO-AFFERMAZIONE è un tratto tipico di certo cinema francese e penso al bellissimo "Un Condannato a Morte è Fuggito" di Robert Bresson, del 1956. Il film è quindi un inno di libertà contro il "patriarcalismo" delle repressive istituzioni borghesi, lamore, l'incontro con l'Altro costituito dalla Donna rappresenta, in filigrana lo schiudersi del principio di libertà.
E non è un caso che il film è stato definito "un'insolita poesia della rivolta e del dolore", il film rappresenta una FENOMENOLOGIA DELLA RIVOLTA E DEL MALESSERE ESISTENZIALE. Molto spesso è stato anche evidenziato di come il cinema di Georges Franju, più in generale, e quindi questo aspetto riguarda anche "La Tete Contre les Murs" dialoghi costantemente con la GRANDE TRADIZIONE DEL CINEMA MUTO: Georges Meliès, Ferdinand Zecca, e sopratutto Louis Feuillade.
Questo è un dato molto importante, che fa riflettere. Franju attinge dal Cinema Muto nel senso che attinge alla sua forza visionaria, al carattere del tutto slegato dal Logos e ripropone con forza tale attitudine.
Il suo è un CINEMA DESIDERANTE E VISIONARIO. Nella fattispecie: Georges Meliès (1861-1938), il quale semplificando, e non poco, potremmo definirlo come il padre del cinema fantastico (e a ben pensare il dato fantastico è presente in modo occulto in "La Tete Contre les Murs", ribolle nell'inconscio del film), il cinema "romanzesco" e "naturalistico" di Ferdinand Zecca (1864_1947), in parte di derivazione "zoliana" (e pensiamo come sia importante, nel film anche il dato "realistico") ed infine il cinema feuilletonistico ed implicitamente surrealista, poeticamente "infantile" e proprio come tale sostanzialmente critico ed eversivo di Louis Feullade (1873-1925) e a cui Franju dedicherà il suo "Judex", del 1963, ispirato proprio all'omonima serie cinematografica di Feuillade del 1916.
Ecco, questo film di Franju, in questo senso risulta essere un film dal carattere sperimentale, nel suo riproporre umori filtrati dal regista di un cinema del passato.