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NOTTE ITALIANA (1987)

  • Francesco De Maria
  • 2 feb 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

"Notte Italiana" è il risultato di un triplice esordio: di Carlo Mazzacurati (1956-2014) come regista, di Marco Messeri come attore protagonista e infine di Nanni Moretti come produttore con la sua casa di produzione Sacher Film.

Carlo Mazzacurati, morto ancora prematuramente all'età di quasi cinquantotto anni è stato un regista significativo del cinema italiano dalla fine degli anni Ottanta in poi.

Film che risultano essere storie (ma non solo storie) sulla sua terra di origine, vale a dire il Nord d'Est d'Italia; Padova (la sua città) e la Bassa fra Padova e Rovigo, ma non solo.

"Notte Italiana", presentato in anteprima al Festival di Venezia il 30 Agosto 1987 è un film sulla corruzione della provincia veneta (il film è girato fra Padova e Rovigo, appunto) in cui il geometra interpretato da Marco Messeri si trova invischiato in una storia sordida fatta di speculazioni edilizie e in cui avviene anche un omicidio.

Notte veneta, notte italiana, notte morale; la CORRUZIONE CHE SI AMPLIFICA FINO A FARSI DATO ESISTENZIALE ED UMANO è un tratto tipico di molto cinema di Mazzacurati (e mi viene a mente sopratutto il bello "La Lingua del Santo", del 2000, ma non solo). Nel suo cinema si pongono spesso a confronto due tipologie umane, vale a dire il vincente sociale corrotto ed il perdente molto spesso vivo e vibrante dal punto di vista umano. Cinema di contrasti sociali ed umani, questo aspetto del cinema di Mazzacurati mi pare non sia mai stato messo molto in luce. Ecco, tutto questo lo ritroviamo in "Notte Italiana"oltre al PAESAGGISMO, caratteristica importantissima di tutto il suo cinema.

"Notte Italiana" è già intriso di tutta quella finezza paesaggistica la quale renderà il suo cinema così interessante ed affascinante, paesaggio visto già in questo suo film di esordio come CONTRALTARE E NEGAZIONE delle miserie sociali umane, PAESAGGIO COME PUNTO DI FUGA, in "Notte Italiana" questo è solo accennato, ma esiste la fuga come dato insopprimibile, la fuga e l'amore, indissolubilmente legati.

In tutti questi sensi "Notte Italiana" già si propone come un FILM DI CONTRASTI E NON SOLO DI DENUNCIA, proprio perchè il dato sociale tende a farsi esistenziale e filosofico.

Ma contano moltissimo le finezze paesaggistiche e cromatiche, ed ecco in che senso "Notte Italiana" non è solo una storia, come ho scritto sopra. Lo dico perchè quello di Mazzacurati come tanto altro cinema italiano, è anche un film di sceneggiatura e di parola la quale non diventa mai davvero dominante, nel suo caso il DATO FIGURATIVO SI INTERPONE TRA LE PAROLE E PENETRA NEGLI INTERSTIZI DELLA STORIA E DELLA NARRAZIONE.

Questo, a mio avviso è un carattere molto interessante non solo di "Notte Italiana" ma dell'intero cinema di Mazzacurati. Il cinema molto spesso è molto di più di ciò che appare.

Comunque è innegabile che l'aspetto narrativo rivesta un ruolo importante in "Notte Italiana" ed infatti a più riprese è stato evidenziato di come non solo questo film ma tutto il suo cinema è presente un forte richiamo al cinema classico e alle strutture narrative del romanzo ottocentesco.

Anche questo aspetto è da tenere presente per inquadrare meglio "Notte Italiana" in cui la struttura a intrigo rimanda anche e sempre a qualcos'altro, vale a dire proprio alla grande tradizione del romanzo ottocentesco.

Siamo alle prese con un film non semplicemente narrativo anche in un altro senso, dunque: proprio perchè UTILIZZA LA STRUTTURA NARRATIVA COME RIMANDO CULTURALE ED ESTETICO.

Anche alla luce di tutti questi aspetti meglio si spiega quindi il puntiglio ed il carattere approfondito della sceneggiatura. Vorre sottolineare un ultimo aspetto di "Notte Italiana": il paesaggismo a cui ho fatto cenno sopra ha lunghe radici, esso stesso si fa anche oggettivazione di un rimando e di una riflessione estetica e cinematografica; i paesaggi del Delta del Po inquadrati in questo film di esordio rimandano costantemente al primo cinema di Antonioni, sia al documenratio "Gente del Po", che ancora più significativamente ad un film come "Il Grido" (1957). Ecco, io credo che in questo modo Mazzacurati in "Notte Italiana" voglia riprendere anche un certo discorso di Antonioni, quello dell'alienazione, solo ribaltata di segno: nel film oggetto di questo articolo l'alienazione è positiva, assumendo il significato di scollamento fra la dirittura morale del protagonista e la corruzione dell'ambiente che lo circonda.

"Notte Italiana" ha rappresentato davvero l'esordio folgorante del compianto Carlo Mazzacurati.

 
 
 

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