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LO SPIRITO DELL'ALVEARE (1973)


"Lo Spirito dell'Alveare" uscito in anteprima al festival di San Sebastian il 15 Settembre 1973 è un film del regista Victor Erice (1940) il quale ha all'attivo soltanto tre lungometraggi.

Autore cinematografico appartato all'interno del cinema spagnolo, e regista unico, singolare sopratutto per questo suo lungometraggio di esordio, "Lo Spirito dell'Alveare", appunto.

Film immaginifico sul potere dell'immaginazione, film enigmatico sull'enigma dell'infanzia, film sull'incubo spagnolo.

M sopratutto film sul mistero, sull'INSONDABILITA' DEL MISTERO: Victor Erice in un'intervista affermò una cosa molto interessante, vale a dire che lìespressione "spirito dell'alveare" è un'espressione mutuata dal drammaturgo, poeta e saggista belga Maurice Maeterlinck che nel suo saggio entomologico "La Vita delle Api" (1901) usa quella definizione, "spirito dell'alveare", appunto, proprio per definire quello spirito enigmatico a cui le api nell'alveare sembrano obbedire, spirito enigmatico e insondabile secondo gli strumenti della razionalità umana.

Ecco, io credo che quello spirito già indicato da Maeterlinck strutturi l'atmosfera e la realtà del film. Lo spirito enigmatico, insondabile, incomprensibile in questo caso è quello dell'infanzia.

Ana, la piccola protagonista del film (interpretata da Ana Torrent, in seguito volto famoso del cinema spagnolo) è una bambina dotata di grande sensibilità e curiosità.

Ciò la rende ESTREMAMENTE ATTENTA E RICETTIVA A CIO' CHE LA CIRCONDA, e addirittura a TRASFIGURARE IN SENSO VISIONARIO alcuni dati della realtà.

Dobbiamo tenere presente che "Lo Spirito dell'Alveare" non è solo un film su quello che ho scritto sopra ma anche un film sulla Spagna del 1940, sulla prima Spagna franchista, e quindi sul DIVERSO, SULL'ESULE IN PATRIA, SUL FUGGIASCO, in questo caso sul combattente anti-franchista che ha trovato rifugio in una vecchia casa sperduta nella meseta castigliana che Ana incontra trasfigurandolo nel mostro di Frankenstein che ha appena visto al cinema.

La bambina soccorre l'anti-franchista (bellissima la scena dell'incontro dei due nel casolare e della mela offerta dalla bambina) e gli si accosta in uno spirito di incondizionata tolleranza e solidarietà.

IL POTERE TRASFIGURANTE DELLO SPIRITO INFANTILE (vedere in quella persona il mostro di Frankenstein) non fa altro che enfatizzare l'empatia della bambina, la quale anche se turbata ha empatizzato con la creatura del film (bellissimo, tra l'altro il "Frankenstein" di James Whale del 1931). IL CINEMA RIESCE A CREARE UNO SPIRITO EMPATICO ed a ciò sono o possono essere ricettivi proprio i bambini.

LO SGUARDO VERGINE SUL MONDO DI ANA è il vero mistero raffigurato dal regista. MISTERO MOLTIPLICATORE DI MISTERO, MISTERO CREATORE DI RAPPORTI UMANI ALTERNATIVI E DAI VAGHI TRATTI ONIRICI (pensiamo solo alla bellissima scena finale).

Quella di Ana è una RIVOLTA BASATA SULLA PUREZZA, un accettazione del diverso (nella Spagna del 1940 l'anti-franchista era un diverso).

In questo aspetto giace il carattere politico, se vogliamo, di questa opera. Comunque "Lo Spirito dell'Alveare" raggiunge davvero PICCHI DI INDICIBILITA' INEDITI, voglio dire il Cinema si basa molto anche sull'indicibile (abbiamo a che fare con un'arte visiva, o per meglio dire audio-visiva) ed in questo film di Victor Erice tale caratteristica si manifesta con ancora maggiore forza.

Dopo aver scritto tutto questo potrei affermare che siamo alle prese con un film sul mondo incantato dell'infanzia, sul mondo IMMAGINIFICO E SURREALE DELL'INFANZIA. Un altro aspetto importante del film, e che è stato più volte messo in luce è la raffigurazione della Spagna come LUOGO DESOLATO, anche in questo caso assistiamo ad un CORRELATO OGGETTIVO DI UN DESERTO MENTALE E CULTURALE E DI CONSEGUENZA POLITICO E SOCIALE, a cui la REALTAì MENTALE PRODUTTIVA ED IMMAGINIFICA della piccola protagonista si contrappone.

In questo senso "Lo Spirito dell'Alveare" è un film sul CONTRASTO EMOTIVO E PSICOLOGICO fra la bambina ed il mondo degli adulti ormai fascistizzato mentalmente ed irrigidito nel pregiudizio.

Il paesaggio desolato della meseta di conseguenza si TRAFORMA ANCHE IN LUOGO MENTALE E SFUMA QUASI NELL'ONIRICO E NEL RAREFATTO.

"Lo Spirito dell'Alveare" è anche un film DI INTRECCIO DI PIANI: piano reale e piano immaginifico, piano materiale e piano simbolico.

Proprio in questo risiede, a mio avviso, il maggior fascino del film.

Con la morte finale del combattente anti-franchista, Ana RITORNA ALLA REALTA', acquisisce uno sguardo meno vergine e sognante sulle cose, con la scena finale assistiamo, in una certa misura alla perdita dell'innocenza, alla CADUTA DELL'INFANZIA NEL MONDO DEGLI ADULTI.

E sono proprio tutti questi aspetti a rendere "Lo Spirito dell'Alveare" un film importantissimo ma anche di culto per tutti i cinefili e cultori di cinema.

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