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TRE FILM DI RAINER WERNER FASSBINDER


L'opera cinematografica del regista tedesco Rainer Werner Fassbinder (1945-1982) si "brucia", potrei dire, data la sua esistenza turbinosa ed auto-distruttiva nell'arco di tredici anni (1969-1982), tendendo da parte i suoi cortometraggi di metà anni Sessanta.

Esponente di spicco del Nuovo Cinema Tedesco, insieme a Wim Wenders, Werner Herzog, Volker Schlondorff, Margarete Von Trotta, Alexander Kluge, Egar Reitz, Hans Jurgen Syberberg, e qualcun altro.

Un tipo di cinema talvolta estremamente cerebrale ed arduo, e comunque sempre dall'altro profilo teorico e riflessivo (il caso estremo, in questo senso, è costituito dal cinema di Alexander Kluge), che si muove in controtendenza rispetto a molto cinema tedesco (della allora Repubblica Federale, il caso del cinema tedesco-orientale è un altro discorso) degli anni Cinquanta e prima metà anni Sessanta.

Il Nuovo Cinema Tedesco (il cui atto fondatore è stato il Manifesto di Oberhausen del 28 Febbraio 1962) si rifaceva all'esperienza del Neorealismo e in modo ancora più significativo al cinema della Nouvelle Vague francese.

Ecco, il cinema di Fassbinder si inscrive pienamente in questa linea. Sopratutto nella primissima fase del suo cinema, diciamo quella del 1969-1970 (il 1971 di "Il Mercante delle Quattro Stagioni" apre già un'altra fase) Fassbinder rilegge il cinema americano ed il suo sistema di generi da un'ottica europea.

Esempio tipico di questa tendenza è il quinto film (Fassbinder era un regista prolificissimo), "Il Soldato Americano", presentato in anteprima al Festival di Mannheim il 9 Ottobre 1970.

Film in cui Fassbinder persevera nella sua opera di destrutturazione di un genere consolidato quale quello del Gangster Film (tale opera di destrutturazione si era già avviata con il suo film di esordio, "L'Amore è Più Freddo della Morte", del 1969), virando decisamente le cadenze e i ritmi in senso STRANIATO E STRANIANTE, e non a caso è stato spesso citato Brecht riguardo alla prima fase del cinema fassbinderiano.

"Il Soldato Americano" è un FILM BRECHTIANO NELLA SUA OPERA DI DESTRUTTURAZIONE STRANIANTE DI UN GENERE CINEMATOGRAFICO, e proprio in questo senso è uno degli esempi maggiori della prima fase dell'opera filmografica del regista tedesco, quella denominata dell'AntiTeater (e che risentiva grandemente della sua precedente esperienza teatrale, appunto).

Radicale opera meta-cinematografica e riflessiva (e proprio in questo senso dall'alto profilo teorico), quindi, "Il Soldato Americano", la quale mette in luce i meccanismi costruttivi di un genere cinematografico consolidato, studia i meccanismi del genere.

Opera non solo freddamente teorica e dissezionatrice, ad ogni modo, ma anche atto di amore cinefilo per il Cinema Classico Hollywoodiano (il cinema americano era anche un imprenscindibile punto di riferimento per un altro grande regista tedesco, Wim Wenders).

In virtù delle sue caratteristiche meta-cinematografiche, riflessive, teoriche "Il Soldato Americano" costituisce non solo un esempio fulgido del Nuovo Cinema Tedesco, ma anche del Nuovo Cinema degli Anni Sessanta più in generale.

Con "Le Lacrime Amare di Petra Von Kant", uscito il 25 Giugno 1972, ci muoviamo già in un momento diverso del cinema fassbinderiano, quello dei melodrammi.

Tale fase si era aperta già l'anno precedente, fase a cui il regista terrà fede almeno fino a metà-fine anni Settanta (il periodo di fine anni Settanta- inizio anni Ottanta segna un nuovo ulteriore corso, quello delle produzioni ad alto costo e di riflessione critica sulla storia della Germania e sul ritratto di grandi personaggi femminili, penso soprtatutto a "Il Matrimonio di Maria Braun" (1979), "Lili Marleen" (1981), "Lola" (1981), "Veronika Voss" (1982).

Il melodramma di Fassbinder deve moltissimo al melodramma fiammeggiante di Douglas Sirk che ad Hollywood realizzò alcuni melodrammi indimenticabili.

Questo film del 1972 è un MELODRAMMA RAFFREDDATO dalle cadenze KammerSpiel (ed in questo Fassbinder attinge a piene mani da tutta una tradizione del cinema tedesco degli anni Venti) un film di impostazione teatrale con unità di luogo, azione, tempo.

Melodramma anti-borghese sui rapporti di potere all'interno della coppia (in questo caso lesbica) vero e proprio topos fassbinderiano.

Gli attori in questo film assumono pose innaturali come a voler rimarcare la RIFLESSIVITA' STRANIANTE DEL FILM, la sua TORSIONE TEORICA E RIFLESSIVA RISPETTO AD UN DATO AMBIENTE E A DATI RAPPORTI.

Il cromatismo è bene evidenziato ed usato in funzione quasi espressiva ( forse è questo l'aspetto che più "Le Lacrime Amare di Petra Von Kant" deve al melodramma sirkiano), la profondità di campo aiuta a creare RAPPORTI FRA PERSONAGGIO E PERSONAGGIO E FRA PERSONAGGI ED AMBIENTE, una casa, quella della protagonista dove domina la falsa coscienza borghese, e in modo ancora più significativo una sottile dominazione mentale nel rapporto di coppia (con una ragazza del popolo, interpretata da Hanna Schygulla).

Film, in questo senso sulla SOLITUDINE ESISTENZIALE E DEI SENTIMENTI della borghesia (vera e propria bestia nera per Fassbinder).

Il regista, in una intervista ha ribadito di aver pensato alla filosofia di Hegel ed alla sua DIALETTICA SERVO-PADRONE per la realizzazione di questo film.

"Fontane Effi Briest", uscito il 21 Giugno 1974 è un vero e proprio film in costume ambientato alla fine dell'Ottocento, e tratto, appunto dal romanzo di Theodor Fontane "Effi Briest".

La protagonista è interpretata da Hanna Schygulla (vero e proprio volto-simbolo del cinema fassbinderiano) e si tratta di un film davvero storico-politico come è stato giustamente evidenziato da più parti.

Siamo alle prese con una oppressione più PSICOLOGICA CHE FISICA, come è tipico di molto cinema fassbinderiano ai danni della figura femminile, repressione ad opera del potere maschile e delle convenzioni sociali.

Figura di RIBELLIONE FEMMINILE, di sconfitta, di scacco finale, Effi Briest, ma anche una intera umanità VITTIMA DELLE CONVENZIONI SOCIALI.

In questo senso il film riveste un significato politica maggiore, ulteriore. Fassbinder in alcune interviste dichiarò la sua intenzione di filmare non una storia, ma il romanzo stesso, cosicchè lo spettatore potesse leggere il film.

Vero e proprio atto avanguardistico, di sovrapposizione fertile e rivoluzionaria di piani: lettura e visione.

Questi tre film sono solo tre esempi dell'opera d Rainer Werner Fassbinder, autore cinematografico inquieto e dirompente.

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