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LE DEUXIEME SOUFFLE (1966)


"Le Deuxieme Souffle", ovvero il più fulgido esempio di Film Polar. Uscito il 1 Novembre 1966, questo film di Jean Pierre Melville (1917-1973) decreta in modo assoluto e definitivo la grandezza del regista francese (di origine ebraica e alsaziana, ma sempre vissuto a Parigi) Jean Pierre Melville, appunto, al secolo Jean Pierre Grumbach.

Il Polar è una specificità francese, un tipo di cinema che riunisce in sè le coordinate del Film Noir classico americano e del Film Poliziesco fino a creare qualcosa di inedito e di unico.

Spesso presenti caratteristiche introspettive e malinconiche, tratto tipico, questo, di molto cinema francese (si pensi agli stupendi film del Realismo Poetico di metà e fine anni Trenta) il Polar le coniuga con la violenza e la morte.

Ed è proprio la morte la presenza irrinunciabile del cinema di Jean Pierre Melville insieme ad una descrizione accurata del Milieu (la mala francese).

Il primo cinema melvilliano (quello della fine degli anni Quaranta) fu considerato dai critici e futuri registi della Nouvelle Vague (quindi dai vari Truffaut e Godard) alla metà degli anni Cinquanta un punto di riferimento imprenscindibile, in quanto cinema completamente indipendente ed autonomo dalle grandi case di produzione, girato fuori dagli studios, senza presenza divistica, etc.

Il cinema di Melville subisce una trasformazione nel corso degli anni (sopratutto riguardo alla presenza divistica, ad esempio "Le Deuxieme Souffle" vanta la presenza di Lino Ventura, altri film Polar melvilliani vedono protagonisti Alain Delon o Jean Paul Belmondo.

Cinema sempre fortemente personale, il suo, comunque. Cinema nemmeno inscrivibile in modo pacifico entro i confini rassicuranti di un genere quale il Polar dal momento che Jean Pierre Melville oltre a possedere uno stile unico ed inconfondibile dialoga costantemente con il cinema rigoroso austero e filosofico di Robert Bresson.

Fino al 1966 di "Le Deuxieme Souffle" Jean Pierre Melville non aveva mai abbandonato la forma del Cinema Classico, questo film rappresenta il vero e proprio punto di svolta.

Lo STILE RAPPRESENTATIVO SI FA SEMPRE PIU' DEPURATO, ASTRATTO, GEOMETRICO, RIGOROSO, COME A VOLER RAPPRESENTARE L'IRRAPPRESENTABILE E RENDERE I PERSONAGGI PURE FORME.

"Le Deuxieme Souffle" è un film di forme, di geometrie perfette. Tale astrazione situa "Le Deuxieme Souffle" sui terreni di un cinema "spiritualista" ( e dalle declinazioni Polar). Il minimalismo della messa in scena tocca quasi il vertice (io credo che nemmeno "Le Samourai" del 1967, arrivi a tanto, ma solo "Le Cercle Rouge" del 1970 si spinge ancora oltre, penultimo film melvilliano, questo, considerato non a caso il suo capolavoro), e in questo senso il cinema melvilliano è un cinema davvero unico e non imitabile.

Nessun regista francese di Polar si è davvero mai avvicinato al suo stile (nemmeno Alain Corneau, di cui ho trattato nel mio pezzo del 12 Luglio 2017), qui il link: 2017/07/12/DUE-FILM-DI-ALAIN-CORNEAU-POLICE-PYTHON-357-1976-E-SERIE-NOIRE-1979.

Debitori della sua lezione, certo, ma non più di questo. "Le Deuxieme Souffle" è una storia del Milieu, intessuto nei temi cari a Melville: amicizia virile, tradimento, codice cavalleresco improntato alla lealtà e all'onore.

Questo film è ANTI-SPETTACOLARE, e questa è una precisa scelta estetica del regista il quale tende a DISSECCARE TUTTI GLI STILEMI DEL FILM NOIR E POLIZIESCO AMERICANO.

Importanza grande incomincia ad assumere proprio in "Le Deuxieme Souffle" il SILENZIO, scelta di tipo sonoro invero assai significativa e che concorre alla depurazione ed alla RESA ASTRATTA DELLA REALTA'.

Si respira qualcosa di eroico in "Le Deuxieme Souffle", anche nel suo caso gli anti-eroi si configurano come eroi (pensiamo al protagonista del film, Gu Minda, interpretato da Lino Ventura ed alla sua morte "gloriosa", anche se straziante ed anti-spettacolare).

In questo film si incrocia il carattere anti-spettacolare , astratto ma anche sottilmente "eroico". Anche in questo risiede l'unicità melvilliana.

Film come ho accennato anche sopra rigoroso, dallo stile rigoroso e DALLA RESA RIGOROSA DELLA REALTA', TALMENTE RIGOROSA DA APPRODARE SUI LIDI DELL'ASTRAZIONE SILENTE.

In questo senso il film è stato accostato al cinema di Robert Bresson (punto di riferimento imprenscindibile per Jean Pierre Melville).

Lo stesso stile melvilliano è uno stile lento, contemplativo ed anti-spettacolare con l'uso di lunghi PianiSequenza (vale a dire riprese lunghe e senza stacchi di montaggio)ed una eliminazione della colonna sonora.

Tali scelte concorrono alla COSTRUZIONE REALISTICA DEL FILM (Il PianoSequenza solitamente è la forma cinematografica di resa ontologica della Realtà)) così come l'abolizione della colonna sonora, ma innestata (la costruzione realistica della realtà) su un fonda geometricamente astratto, depurato, rarefatto.

Questa la grandezza riposta e segreta di "Le Deuxieme Souffle", un film unico ed inimitabile nella sua cifra di anti-spettacolarità.

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