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THE OUTSIDERS (1983)


"The Outsiders" come vera e propria operazione meta-cinematografica e non trasposizione di un romanzo, questa l'essenza più pura e distillata di questo film di Francis Ford Coppola (1939) uscito sugli schermi il 25 Marzo 1983 e tratto dall'omonimo romanzo di Susan Eloise Hinton (appena diciottenne all'uscita del romanzo, nel 1967).

Questo accadrà anche con il seguente film di Coppola, sempre del 1983, "Rumble Fish" sempre tratto da un libro della stessa autrice.

"The Outsiders" da noi distribuito come "I Ragazzi della 56esima Strada", così anche il romanzo, è un film dalla trama semplice, essenziale: la contrapposizione sociale, ma anche culturale, territoriale ed antropologica, per così dire di due gang giovanili, i Greasers, figli dei quartieri proletari della città di Tulsa, Oklahoma (e veri protagonisti del film)e i Socials, appartenenti alla classe benestante.

In "The Outsiders" recitano attori giovani e giovanissimi non ancora famosi nei primi anni Ottanta ma in procinto di diventarlo: pensiamo a Tom Cruise (il primo da sinistra, Rob Lowe (il secondo), Thomas Howell (il terzo, ottimo nella parte del teso ed inquietante "The Hitcher" del 1986), Raplh Macchio, Matt Dillon, Emilo Estevez (fratello di Charlie Sheen e figlio di Martin Sheen) o Patrick Swayze, morto nel 2009, primo da destra.

Sono loro i Greasers, incarnazione di giovanile rabbia proletaria. Questo film di Coppola fu mediamente bene accolto dalla critica sopratutto a causa del suo carattere realistico.

Il carattere realistico di "The Outsiders" è indubbio, così come è indubbio il carattere espressionista, semi-onirico ed allucinato del DOPPIO SPECULARE di "The Outsiders", vale a dire "Rumble Fish".

Però, c'è un però. IL CARATTERE REALISTICO DEL FILM VIRA, IN ALCUNI MOMENTI, VERSO UNA ESPRESSIVITA' ADDITIVA, nel film assistiamo ad una addizione di resa espressiva, la quale fa assumere al film un carattere latentemente non-realistico, pur senza minare alla base il carattere realistico e "naturalistico" di quest'opera.

Film di un REALISMO AMBIGUO, proprio perchè film manierista, film meta-cinematografico, film , "The Outsiders" il quale non ci parla tanto di una realtà (quella delle bande giovanili nella Tulsa di metà anni Sessanta, anche se, certo, questo nel film esiste ed ha la sua importanza) quanto piuttosto di tutto un cinema americano passato.

"The Outsiders" SISTEMATIZZA E RIORDINA TUTTO UN COMPLESSO ATMOSFERICO E FIGURATIVO tipico di certo cinema americano di metà-fine anni Cinquanta.

I modelli di riferimento sono Douglas Sirk (1897-1987) ed i suoi melodrammi del periodo 1954-1956 e Nicholas Ray (1911-1979) sopratutto per "Rebel Without a Cause" (1955), in Italia distribuito come "Gioventù Bruciata", del 1955, o il magnifico e superbo "Bigger Than Life" del 1956.

"The Outsiders" film dei primi anni Ottanta è un film di metà anni Cinquanta nell'anima, e anche nel suo sentimentalismo un po' naif. Tale sentimentalismo, in questo film di Coppola si configura come vero e proprio tratto autoriale, come preciso punto di vista.

"The Outsiders" è un film realistico ma che supera costantemente con uno stretto margine il dato realistico aprendo SQUARCI DI POSSIBILITA' ULTERIORI, e pensiamo in questo senso al cromatismo accesso ed espressivo presente in molte scene.

Film manierista proprio nel riproporre in MODO PROGRAMMATICO alcuni stilemi di certo cinema, in questo senso nell'essere più realista del re: più sirkiano di Sirk, più rayano di Ray.

I colori accesissimi di "The Outsiders" quindi da un lato sono testimonianza di una scelta autoriale di Coppola, quella di voler realizzare un film di metà anni Cinquanta nei primi anni Ottanta, dall'altro sono il simbolo di una volontà di RESA ESPRESSIVA DELLA REALTA', più che strettamente realistica (come era invece da più critici segnalato proprio all'uscita del film).

"The Outsiders", alla resa dei conti risulta essere un'OPERA EROICAMENTE DI RETROGUARDIA, uno stile retrò, un carattere di retroguardia molto più coraggioso di alcuni film magari fintamente "di avanguardia".

Grandi autori talvolta mostrano questa disposizione, questo sperimentare proprio in un territorio apparentemente sorpassato, ed in questo senso, ad esempio un altro grande esempio può essere costituito da Alfred Hitchcock e dal suo "Marnie" (1964), comunque per chi fosse interessato rimando al mio pezzo qui su Cineprospettive dell'11 Marzo 2016: http://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2016/03/11/IL-CINEMA-DI-ALFRED-HITCHCOCK.

FILM SPERIMENTALE PROPRIO PER IL SUO CARATTERE EROICAMENTE DI RETROGUARDIA, dunque, "The Outsiders".

Ed è proprio questo l'aspetto che più amo di questo film di Francis Ford Coppola, grande Autore Cinematografico.

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