LE LOCATAIRE (1976)
"Le Locataire" di Roman Polanski (1933), uno dei film più disturbanti, o per meglio dire perturbanti della Storia del Cinema. Uscito il 24 Maggio 1976 fu da subito segnalato come un grande e significativo film, complesso ed articolato.
Storia perturbante e dai tratti onirici su un vecchio caseggiato di Parigi, sui suoi inquilini, e sul suo nuovo inquilino, immigrato dalla Polonia (ed impersonato dallo stesso Roman Polanski, regista del film, il quale per l'edizione italiana doppia se stesso).
Film sulla MUTAZIONE DI IDENTITA', SULLA PARANOIA, SULLO SDOPPIAMENTO, SUL RAPPORTO AMBIGUO INTRATTENUTO CON LA REALTA'.
Roman Polanski, ebreo polacco, il quale, non dimentichiamo, muove i suoi primi passi registici proprio in Polonia ed esordisce nel lungometraggio nel 1962 con "Il Coltello nell'Acqua", è stato un po' l'ebreo errante del Cinema, primi cortometraggi e primo lungometraggio in Polonia, appunto, film girati in Inghilterra, come "Repulsion" o "Cul de Sac", in America come "Rosemary's Baby" o "Chinatown" di cui ho trattato in quest'articolo del 2 Dicembre 2016 http://slisso.wixsite.com/cineprospettive/single-post/2016/12/02/CHINATOWN-1974.
"Le Locataire" fu girato e realizzato in Francia, invece, e Polanski sembra quasi voler rivelare il fondo oscuro della metropoli francese, il mistero che si può celare all'interno dei suoi vecchi caseggiati.
C'è una vena autenticamente malsana che scorre attraverso tutto il film e che letteralmente deflagra nella scena finale la quale SI PONE NELLO SPAZIO GRIGIO FRA REALTA' ED DELIRIO.
FILM AMBIGUO SULL'AMBIGUITA', FILM DELIRANTE SUL DELIRIO. Nell'ambiguità della realtà, nel rapporto sofferto di un personaggio con la realtà che lo circonda, nel porsi nel territorio-limite di realtà e delirio, "Le Locataire" trova più di un aggancio con il precedente polanskiano "Rosemary's Baby" (1968).
"Le Locataire" è un film sulla quotidianità, sul suo latente carattere perturbante ed insolito; in questo film progressivamente il carattere perturbante prende sempre più piede, fino a DEFLAGRARE NELL'INCUBO.
Ciò che più colpisce di "Le Locataire" è proprio il suo carattere irrimediabilmente ambiguo, irrisolto, sfuggente, e proprio per questo ancora più inquietante e disturbante.
Il film vive molto di accenni, suggerimenti, di costruzione e resa ambientale e di atmosfera evitando del tutto la spettacolarizzazione.
Film molto articolato, sono fiorite le più svariate interpretazioni intorno a "Le Locataire" fra cui una molto importante vale a dire quella del tema della reincarnazione (e che ha a che fare con il tema dell'egittologia, invero presente, in qualche modo nel film).
Secondo questa interpretazione Trelkovsky, il protagonista del film si reincarnerebbe nel corpo della precedente inquilina. Interpretazione anche suggestiva ma che personalmente non condivido molto.
Si rischia di perdere di vista il PROBLEMA DELL'IDENTITA', su cui, a mio avviso si regge l'intero film, problema dell'identità, ma anche problematizzazione della PERCEZIONE DELLA REALTA', del carattere fondamentalmente misterioso di quest'ultima, ma in senso percettivo, relazionale, prima di tutto.
Il dramma (dai tratti onirici, come ho spiegato sopra) di Trelkovsky risiede proprio nel suo rapporto sconnesso con la realtà, condizione ottimale di svelamento del carattere misterioso della realtà, Trelkovsky non è banalmente un "uomo che impazzisce".
Il film vive anche di dettagli bizzarri, i quali, aggiungono senso e significato PERTURBATORI DEL SENSO COMUNE. Niente è come sembra in "Le Locataire".
Anche in questo caso, film SUR-REALE, film sull'Oltre, film sul carattere eccedente ed inquietante della REALTA' FENOMENICA.
Film che supera la FENOMENOLOGIA DEL REALE, fino ad approdare su lidi ambigui, infidi, INSPIEGABILI E NON VERBALIZZABILI, film, in questo senso sul POTERE DELIRANTE E FOLLE DELL'IMMAGINE CINEMATOGRAFICA, DELLA SUA FORZA ECCEDENTE RISPETTO AL LOGOS VERBALE.
Quindi, anche film sul Cinema, sulla sua forza artistica ed immaginifica. Ripeto, film ambiguo, certo, ma anche film sull'ambiguità, e l'ambiguità più lampante in "Le Locataire", quella che maggiormente risalta agli occhi è l'ambiguità sessuale, l'ambiguità di genere.
Trelkovsky si fa progressivamente donna, quasi come se fosse posseduto dall'anima della precedente e suicida inquilina. Le incursioni di Trelkovsky, timido impiegato polacco in terra straniera nel territorio del cambio di genere ed identità sessuale sono davvero sottilmente terrificanti, celate fra le quattro mura, negli spazi grigi e negli interstizi della quotidianità.
Quindi film sull'identità, sulla sua problematizzazione, sull'ambiguità sessuale, perfino, sul delirio, ma anche sul Doppio, come è stato a più riprese ricordato; il rapporto ambiguo, torbido, anche se indiretto ed a-personale di Trelkovsky con la precedente inquilina suicida è innegabile, un LEGAME IDENTITARIO E FLUTTUANTE, IDENTITA' FLUTTUANTE, SDOPPIAMENTO DI SE', RELAZIONE INTRATTENUTA CON IL PROPRIO DOPPIO... forse con la propria Ombra.
Trelkovsky si trasforma progressivamente, fino ad assumere le caratteristiche di un uomo (ma anche di una donna, come si è visto, in qualche modo) impaurito ed estremamente paranoico, ma anche pronto a scatti di violenza contro se stesso e gli altri.
Avventura esistenziale, quindi, anzi film sull'ORRORE DI CERTA CONDIZIONE ESISTENZIALE, SULLA PERDITA DI SE, SULLA NASCITA DI NUOVI SE, NASCITA PERNICIOSA, TERRIFICA.
Per tutti questi punti trattati considero "Le Locataire" una grandissima opera cinematografica, provocatoria e profonda.