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DUE FILM DI ALAIN CORNEAU: POLICE PYTHON 357 (1976) E SERIE NOIRE (1979)


Il cinema di Alain Corneau (1943-2010) è un cinema dalle lunghe radici cinematografiche, estetiche, di immaginario. Forse un po' riduttivamente fu visto solo come erede del cinema di Jean Pierre Melville (1917-1973), ma Corneau seppe creare un cinema autonomo, anche se apparentemente un po' sulla falsariga di quello melvilliano a cui è certamente debitore.

Il cinema Polar francese: la via francese al film Noir, o meglio ancora un particolarissimo cinema francese che si situa in uno spazio intermedio fra il film Poliziesco ed il film Noir.

Innegabilmente Jean Pierre Melville ne è stato il maestro sommo ed indiscusso, ma sicuramente Corneau ha contribuito con un proprio discorso creativo e cinematografico.

Corneau con questi due film dimostra di essere il regista dello scacco esistenziale, della sconfitta, del malessere. Film, fra le altre cose di notevole RESA AMBIENTALE E PSICOLOGICA, DI UN PROFILO PSICOLOGICO CHE SI IMMETTE E CHE DIVENTA PARTE ORGANICA DI UN PAESAGGIO, DI UN DATO AMBIENTE SOCIALE ED URBANO.

Questi due film di Corneau non possiedono l'astrazione ed il rigore geometrico, la dimensione rituale e feticistica dei film melvilliani, proprio perchè sono diversi, di maggior scavo psicologico in senso disturbante e cupo, film dalla forte valenza nichilistica.

Film cupi e nichilisti, sia "Police Python 357" (1976) che "Serie Noire" (1979) anche se in modo diverso.

Non bisogna dimenticare, comunque, che il film Polar è sempre e comunque cupo, il Polar tende alla COSTRUZIONE DI UNA DIMENSIONE E DI UNA REALTA' CUPA, per forza di cose, considerando anche il fatto che riparte dalla lezione del film Noir americano.

Ciò che è assente in questi due film di Corneau ( e sopratutto nel secondo) è il futuro, non è presente futuro e speranza in queste due opere.

Quindi, Aalin Corneau compie un'opera di estremizzazione del Polar, conduce il Polar alle sue estreme conseguenze, almeno sotto qualche punto di vista.

Jean Pierre Melville conduce il Polar in sentieri del tutto inattesi, Corneau, piuttosto, lo estremizza, lo drammatizza, aggiunge una quota maggiore di DISPERAZIONE E DI CARATTERE DISPERANTE.

Questo è quello che colpisce sopratutto di questi due film.

"Police Python 357", uscito il 31 Marzo 1976 è un film inquietante e crepuscolare (come è stato a più riprese definito). Non solo, ma questo film è considerato il miglior Polar post- Jean Pierre Melville (l'ultimo film melvilliano, prima della sua prematura dipartita il 2 Agosto 1973 è "Un Flic", del 1972), ed è un film dalla trama semplice ma dal significato articolato, complesso, profondo.

Sostanzialmente una lotta fra un ispettore ed un commissario a causa di una donna e della progressiva spersonalizzazione dell'ispettore (vero protagonista del film, interpretato da Yves Montand).

Il film mostra un crescendo di tensione e di violenza, un crescendo di TENSIONE VIOLENTA, e quanto più tale tensione cresce tanto più cresce la spersonaliizazione dell'ispettore.

Lo stesso Alain Corneau parla di perdita di identità di un uomo il quale, e queste sono parole di Corneau "a poco a poco si identifica con la sua arma, diventandone il suo prolungamento meccanico".

Pistola (Python 357, appunto, la quale non casualmente da titolo al film) come PROTESI DEL CORPO, COME SUPREMA ED ASSOLUTA ARTICOLAZIONE.

In questo senso "Police Python 357" potrebbe essere accostabile (certo, in modo molto indiretto ed astratto, è ovvio) con il Body Horror che proprio alla metà degli anni Settanta stava sorgendo (pensiamo al cinema di David Cronenberg, su tutti).

Cinema come studio del rapporto fra uomo e macchina, fra uomo e proprio strumento meccanico: rapporto invero torbido e assolutamente non scontato, film "Police Python 357" anche sulla perdita dell'identità, e quindi, a monte, SUL PROBLEMA DELL'IDENTITA'.

La stessa Orleans (città francese in cui il film è girato ed ambientato) si fa CO-PROTAGONISTA DEL FILM, città di provincia, provincia torbida, dimensione dell'oltre, dimensione della mente.

"Serie Noire" uscito il 25 Aprile 1979 e che vede protagonista Patrick Dewaere (di cui una foto sopra) (1947-1982) grande attore francese, morto suicida all'età di 35 anni, è possibilmente un film ancora più cupo e disperante di "Police Python 357".

Film su una vicenda sordida (i delitti di un venditore porta a porta, interpretato appunto da Patrick Dewaere a causa di una donna) che rende palpabile quella DIMENSIONE PSICOLOGICA TRAMITE LA RESA AMBIENTALE (una grigia periferia parigina).

Film assolutamente cinico, disperato, "Serie Noire" FILM IN QUESTO SENSO PSICOLOGICO, proprio a causa della resa torbida ed inquietante di personaggi, eventi, situazioni.

La grigia periferia parigina (Creteil) si fa manifestazione oggettiva, ma CINEMATOGRAFICAMENTE RESA, non solo di una certa psicologia, ma proprio di una certa CONDIZIONE ESISTENZIALE.

La condizione esistenziale: proprio in questo senso (vale a dire nel senso migliore e più alto) "Police Python 357" e "Serie Noire" risultano essere due autentiche perle del Polar post-Jean Pierre Melville.

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