top of page

ULZANA'S RAID (1972) E L'IMPERATORE DEL NORD (1973): DUE ESEMPI DEL CINEMA DI ROBERT ALDRICH


Il cinema di Robert Aldrich (1918-1983), cinema furioso, eccessivo, eccedente, proprio rispetto a quello che erano alcuni dei canoni consolidati del Cinema Classico Hollywoodiano.

Robert Aldrich è uno dei registi cinematografici che più mi sta a cuore, proprio in virtù di queste sue caratteristiche, del suo porsi come regista eccedente, come scarto rispetto alla regola.

Il suo esordio avviene nel 1953, con "Il Grande Alleato", per poi proseguire con il tardo Film Noir "Kiss Me Deadly" (1955), il Film Bellico "Attack" (1956), il film Grand Guignol "Che Fine ha Fatto Baby Jane" (1962", il Southern Gothic "Pino Piano Dolce Carlotta" (1964) il trascinante "Quella Sporca Dozzina" (1967), per arrivare ai due film di cui tratterò brevemente in questo mio articolo (e per tacere comunque di altri film da Aldrich realizzati), vale a dire il Western revisionista "Ulzana's Raid" (1972) uscito il 15 Novembre 1972 e "L'Imperatore del Nord" (1973) (di cui vediamo una foto sopra) uscito il 24 Maggio 1973.

Robert Aldrich, compie, lungo tutta la sua opera cinematografica (1953-1981) una RISCRITTURA ED UNA RIVISITAZIONE DEI GENERI CLASSICI DEL CINEMA AMERICANO, una rilettura altamente personale e penetrante, piegando i generi alla propria visione del mondo e del Cinema.

In questo senso preannuncia la New Hollywood già alla metà degli anni Cinquanta, proprio in virtù di questo suo carattere riflessivo. "Ulzana's Raid" tratta della lotta fra esercito americano e un capo Apache Chiricahua, Ulzana, appunto.

Il CARATTERE QUASI METAFISICO DEL FILM E' INDUBBIO, gli Apache si fondono con la terra, con l'elemento naturale in modo indissolubile,ed enigmatico.

Proprio in questo, risiede, secondo me la grandezza di questo film, il suo carattere dirompente ed inquieto. Proprio mediante questa scelta stilistica, formale e di RESA AMBIENTALE, passa il senso ed il significato EVERSIVO del film. Inoltre la FUSIONE DELL'APACHE CON IL TERRITORIO RIMANDA SIMBOLICAMENTE A QUALCOS'ALTRO: alla stessa caratteristica perturbante della natura selvaggia, essa stessa ostile, ed in questo senso "Ulzana's Raid" enfatizza ed estremizza quelli che erano già gli aspetti più tipici del Film Western classico: contrapposizione uomo/natura selvaggia.

"Ulzana's Raid" tratta anche di questo, del carattere PERTURBANTE dei liberi e selvaggi spazi naturali, della loro ALTERITA' rispetto alla cosiddetta civiltà, essa stessa violenta ma perchè imperialista e rapace.

Indubbiamente questo film si può leggere anche come metafora politica, ed infatti spesso e da più parti così è stato letto: "il film si può anche leggere come un'allegoria cupa e nichilistica della Guerra del Vietnam.

L'Apache come il VietCong: UOMO-NATURA, UOMO IN ARMONIA CON IL PROPRIO AMBIENTE. In "Ulzana's Raid" l'Apache è sia l'uomo naturale, per così dire, che simbolo astratto che rimanda al carattere perturbante della wilderness.

Questo carattere ambiguo viene CINEMATOGRAFICAMENTE RESO proprio nella visibilità-invisibilità dell'Apache, nel suo essere quasi fantasmatico.

Forse i soldati, in questo film, combattono contro un fantasma, contro la propria OMBRA (junghianamente intesa) libera e selvaggia.

"L'Imperatore del Nord" (1973), invece, tratta della sfida epica fra un vagabondo derelitto (interpretato da Lee Marvin) che viaggia clandestinamente sui treni (cosa che succedeva spesso nell'America degli anni Trenta, attanagliata dalla Depressione, ed il film è ambientato proprio nella prima metà degli anni Trenta) e una guardia sadica e crudele, interpretata da Ernest Borgnine.

Film tipicamente aldrichiano, proprio a causa dei suoi caratteri eversivi, furenti, prometeici. Qualcuno ha parlato di "cinema della disfatta e del furore" per il cinema di Robert Aldrich, sopratutto riferendosi a "The Longest Yard" (1974) ma io credo che tale definizione si attagli benissimo anche a "L'Imperatore del Nord".

Aldrich parteggia, senza nessuna ambiguità per Lee Marvin e tutti gli altri "hobos", incarnazione di una umanità derelitta e ferita, ma mai doma, e intrinsecamente portatrice di UNA LOGICA ALTERNATIVA A QUELLA DEL POTERE SADICO E REPRESSIVO.

In questo film il sadismo stesso è una forma di potere, anzi, non esiste potere senza sadismo. In un certo senso (ma in modo molto sottile, ovviamente) gli hobos in "L'Imperatore del Nord" assumono la stessa valenza degli Apache in "Ulzana's Raid" (anche se non assumono la stessa valenza l'esercito in "Ulzana's Raid" e la guardia in "L'Imperatore del Nord").

Film anche sulla disfatta, sulla rivolta disperata contro qualsiasi forma di potere, e proprio in questo senso l'intera vicenda trascende nel MITO, nell'EPOS.

La messa in scena in questo film è molto più essenziale che in altri film di Aldrich (regista "barocco" ed eccessivo anche dal punto di vista stilistico e formale).

Invece in "L'Imperatore del Nord" la regia è più scarna, essenziale, limpida, "squadrata", forse proprio in quanto film proiettato nei liberi spazi naturali dell'Oregon.

Il cinema come fatto di forma e di stile si integra agli ambienti ed alle scenografie naturali, la forma e lo stile in tal modo potenziano la LIBERA NATURALITA' DEGLI SPAZI.

Questi due film, dunque, rappresentano una certa "anima" del cinema di Robert Aldrich, anche se l'opera inquieta e profonda di questo autore eccede anche tali tendenze da me spiegate in questo articolo.

bottom of page