LEGIONE NERA (1937)
"Legione Nera" uscito il 17 Gennaio 1937 del regista Archie Mayo (1891-1968) è un tipico prodotto Warner. La Warner era specializzata nella produzione di Social Problem Film di cui questo film di Mayo è uno dei più fulgidi esempi.
Personalmente sono un grande estimatore di "Legione Nera" e lo considero davvero un film molto importante nel panorama del cinema americano degli anni Trenta.
Film nemmeno troppo velatamente politico, in linea con la cultura progressista New Deal di quegli anni, un film antifascista di ambientazione proletaria.
"Legione Nera" narra la vicenda di Frank Taylor (interpretato da un incisivo Humphrey Bogart) operaio del Midwest, presumibilmente di Detroit, il quale vedendosi scavalcato per la promozione come caposquadra da un operaio di origine polacca decide di unirsi alla Legione Nera, organizzazione paramilitare davvero operante in quegli anni nel Midwest industriale (l'area di Detroit, sopratutto, ma anche le città industriali dell'Ohio) costituita perlopiù da operai di ceppo anglo-sassone (spesso originari del Sud degli Stati Uniti ed emigrati a loro volta nelle aree industriali) i quali minacciavano, terrorizzavano e talvolta uccidevano operai immigrati dall'estero, AfroAmericani, sindacalisti.
Alla fine del film il protagonista, tormentato dai sensi di colpa confessa i propri crimini come appartenente all'organizzazione e viene condannato all'ergastolo insieme agli altri componenti.
Film sociale, film energico, scattante, in puro stile Warner. Uno dei primi film dove Humphrey Bogart lascia il segno, a tale riguardo potrei citare anche il precedente "La Foresta Pietrificata" (1936) dello stesso Archie Mayo, l'attore nasce davvero proprio negli anni 1936-1937.
Il film si ispira in modo secco, preciso ad alcune caratteristiche dell'organizzazione; il regista immette tali CARATTERI REALI NEL FLUSSO ELLITTICO E SCATTANTE DEL FILM, semplificando, sì, ma anche cogliendo alcuni aspetti del reale in un modo del tutto cinematografico, tramite un certo stile (in questo caso, come ho già sottolineato, uno stile afferente più ad una casa di produzione che ad un regista).
Film davvero realistico, Frank Taylor è davvero un personaggio plastico, evidente, reale, capace anche di pentimento, rimorso, di coraggio morale. Il film è intriso di spirito antifascista, Newdealista, e cerca davvero di fornire uno spaccato di quella situazione sociale.
In ogni caso il film alla sua uscita subì un destino contraddittorio; da un lato fu apprezzato da molta critica (e dal pubblico operaio a cui molti film prodotti dalla Warner e girati da Archie Mayo, Michael Curtiz o William Dieterle erano destinati) proprio per i suoi caratteri realistici, quasi "mimetici" mi verrebbe da dire, dall'altro fu comunque considerato un film di serie B, solo in seguito ampiamente rivalutato.
Abbiamo a che fare con un film di serie B (proprio perchè a budget ridotto, non si tratta di una mega-produzione) ma che trascende i limiti schematici del genere, della consuetudine. Il film è notevole (come altri film americani degli anni Trenta, comunque) proprio in virtù del suo REALISMO SCATTANTE, SECCO.
Lo stile Warner si fa realtà, la realtà si fa stile Warner, si fa stile cinematografico, cinema e realtà si uniscono, il cinema proprio in virtù di certo suo stile evidenzia la realtà, la potenzia.
"Legione Nera" nei suoi salti, nei suoi scatti di ritmo riesce a comporre densi quadri psicologici e sociali, TALE STILE ICONICIZZA IL REALE.
Ecco, denominatore comune a molti film Warner anni Trenta (non solo "Legione Nera", dunque, ma anche ad esempio il bellissimo "I Am a Fugitive from a Chain Gang" (1932) di Mervyn LeRoy, "Piccolo Cesare" (1931) dello stesso, "Nemico Pubblico" (1931) di William Wellman, "La Foresta Pietrificata" 1936), sempre di Archie Mayo, "Marked Woman" (1937) di Lloyd Bacon, oppure "Kid Galahad" (1937) di Michael Curtiz) ed altri ancora, è proprio questa resa iconica del reale, questa resa essenziale, secca, spesso dura ed impietosa di UNA DATA SITUAZIONE PSICOLOGICA E SOCIALE.
"Legione Nera" è un film duro, impietoso, alieno da buonismi e che non fa sconti. Non esiste lieto fine, Frank Taylor verrà condannato all'ergastolo. Opera che assume quindi anche una forte valenza critica, riflessiva ed auto-riflessiva. Caratteristica, quest'ultima, che mi ha sempre molto colpito di questo film (ma non solo di questo film ma anche di altri film americani degli anni Trenta), caratteristica che preannuncia il Film Noir, il quale nasce anche dal Social Problem Film, dalla sua durezza impietosa.
Spero di essere riuscito a sottolineare le caratteristiche distintive di questo film e forse anche le caratteristiche di una certa tendenza del cinema americano degli anni Trenta.