L'ASSO DI PICCHE (1964) E LA NOVA VLNA
- Francesco De Maria
- 2 mar 2016
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"L'asso di picche" uscito il 17 aprile 1964 è il film di esordio del regista ceco Milos Forman (1932), autore più famoso, molto probabilmente, per i suoi film realizzati negli Stati Uniti negli anni settanta-ottanta.
Ma Forman esordì in patria con questo film che costituisce anche uno degli esempi migliori della corrente cinematografica ceca (e slovacca) detta Nova vlnà, vale a dire nuova onda, nuova ondata.
Gli anni sessanta sono stati un decennio di profondo rinnovamento nella storia del cinema di moltissimi paesi (dalla Nouvelle vague francese, al Free cinema inglese, al Nuovo cinema tedesco, al nuovo cinema latino-americano fino all'emergere del nuovo cinema nei paesi dell'ex blocco orientale e penso sopratutto alla Polonia già a metà-fine anni cinquanta, all'Ungheria, alla ex Jugoslavia, al cinema sovietico del disgelo, per arrivare, appunto, alla nuova ondata del cinema ceco e slovacco).
Da un punto di vista tematico il nuovo cinema ceco e slovacco (nonostante allora esistesse la Cecoslovacchia e si può parlare di un cinema cecoslovacco unitario in modo abbastanza pacifico sopratutto per gli anni sessanta, il fenomeno della Nova vlnà si può anche suddividere in Nova vlnà ceca e Nova vlnà slovacca, le quali mantenevano alcune differenze) era incentrato sulle vicende di giovani o giovanissimi alle prese con alcuni problemi tipici della loro età: turbamenti amorosi, inserimento lavorativo, conflitti con le figure genitoriali, tutte tematiche che troviamo ben rappresentate in "L'asso di picche", anzi possiamo dire che la vicenda del giovane Petr (il protagonista del film, appunto) la si fa ruotare attorno a quelle tre tematiche: amicizia e amore, inserimento lavorativo e conflitto con i genitori (sopratutto con la figura paterna).
Molto importante risulta essere la filiazione, abbastanza diretta, della Nova vlnà dal neorealismo italiano, tratto distintivo del nuovo cinema è un bianco e nero scabro, essenziale, e realistico che talora richiama alla mente i capolavori del cinema italiano dell'immediato secondo dopoguerra.
Quasi tutti i giovani autori cechi e slovacchi si erano formati alla FAMU di Praga (la scuola di cinema) dove ebbero modo di vedere e apprezzare molto cinema precedente: il neorealismo, appunto, come ho già scritto, ma anche la Nouevelle Vague francese (Godard, Truffaut, Chabrol) e i film della scuola polacca (con autori quali Has, Polanski, Wajda).
Da tali tendenze o movimenti, Forman riprese la tendenza nell'usare attori non professionisti (la maggior parte degli attori presenti in "L'asso di picche" sono non professionisti), punto, questo, molto importante, da non sottovalutare, il quale denota una scelta di fondo tipo stilistico ed un certo approccio autoriale che pone Forman in linea con il neorealismo italiano. La stessa descrizione del conflitto generazionale discende in linea diretta da alcuni film della Nouvelle vague francese, aspetti quindi sia stilistici che tematici che hanno radici lunghe in un certo cinema precedente quello della Nova vlnà.
Ma è proprio il carattere realistico che colpisce nel cinema di Forman, basti pensare che alcuni dialoghi del film furono improvvisati e, talora, assunsero anche connotati umoristici e surreali (in linea, in questo caso, con tutta una fiorente tradizione della cultura ceca di umorismo surreale, basti pensare all'opera letteraria di Bohumil Hrabal o, ancora prima, all'opera di Jaroslav Hasek e al suo capolavoro "Il buon soldato Svejk").
Il film di Forman, come molti altri film del nuovo cinema cecoslovacco, presenta una struttura paratattica (vale a dire di giustapposizione delle inquadrature, e di conseguenza anche di una struttura episodica, anche se tenuta insieme da un filo unitario di tipo tematico).
"L'asso di picche" presenta, a mio avviso, un rapporto triangolare fra tre elementi: il tocco umoristico, l'aspetto documentaristico, e l'aspetto "costruito" e non documentaristico.
Ad esempio la scena del ballo ha un aspetto documentaristico (in tal proposito ho sempre pensato che questo film di Forman risentisse, per l'aspetto documentaristico, dell'influenza di un autore italiano come Ermanno Olmi e ,nella fattispecie di un film come "Il posto" del 1961, che, forse, Forman e gli altri giovani registi ebbero modo di visionare alla cineteca della FAMU).
Il dato realistico, come ho già scritto è molto importante, nel cinema di Forman (se non altro del primo Forman) e di molto nuovo cinema degli anni sessanta più in generale: approccio realistico, attenzione al dato quotidiano, ai fatti minuti della vita di persone comuni, come a voler rappresentare ciò che molto cinema aveva trascurato.
Il film di Forman è un film anti-epico che rappresenta la vita quotidiana di un anti-eroe (a cui va tutta la nostra simpatia), un giovane trasognato, forse un po' passivo, ma il quale avverte tutto il disagio emotivo e psicologico di sè e della propria generazione.
Il giovane Petr è in conflitto con il padre (ma piuttosto bisognerebbe dire che il padre è fortemente insoddisfatto del figlio, per il suo carattere e il suo modo di vita) e questo è un tratto tipico della Nova vlnà, vale a dire il distacco culturale e psicologico fra giovani e adulti, ma, e questo è un dato interessante, il tutto viene rappresentato in un modo anti-spettacolare, quasi dimesso e lontano da quell'approccio giovanilistico che negli anni sessanta andava di moda.
Colpisce, del film di Forman la DICOTOMIA fra il documentarismo di alcune scene (la scena del ballo) e le scene del conflitto con il padre (non documentaristiche, bensì "recitate") ed altre scene improvvisate dal tocco umoristico: documentarismo/costruzione drammatica/improvvisazione; il film si muove attraverso questi tre aspetti, talora in modo armonico e talora in modo oppositivo e dicotomico; come a voler far sprigionare dalle scene un senso ulteriore, misterioso ed eccedente rispetto al narrato.
Tratto tipico, questo, non solo del film di Forman o del cinema della Nova vlnà, ma, a ben vedere di tutto il "buon" cinema.